Prima la bufera moscopoli su Salvini, poi l’inchiesta del Financial Times sulla consulenza del premier Conte per un fondo sospetto legato ad un’inchiesta del Vaticano e ora l’indagine sull’ex fondazione di Matteo Renzi.
Open, questo il nome dell’associazione, è stata attiva dal 2012 al 2018, arrivando a raccogliere oltre 6 milioni di euro.
Nata per finanziare le principali iniziative politiche di Renzi – dalle edizioni della Leopolda alla corsa alle primarie del PD, fino alla campagna per il sì al referendum costituzionale del 2016 – ha avuto sede presso lo studio di Firenze dell’avvocato Alberto Bianchi, presidente della fondazione stessa.
Bianchi, figura di spicco del panorama forense nazionale, ha ricoperto ruoli di rilevo come commissario liquidatore dell’Efim nonché membro nel cda di Enel ed è diventato poi l’avvocato personale dello stesso Renzi.
Le indagini che oggi lo coinvolgono riguardano proprio la sua posizione alla presidenza di Open, con l’associazione accusata dei reati di riciclaggio, appropriazione indebita e traffico di influenze.
Secondo i pm infatti, la fondazione altro non era che «un’articolazione di un partito politico». Nella mattinata di oggi, sono dunque scattate una serie di perquisizioni in undici città. Gli uomini delle fiamme gialle sono entrati in azione a Firenze, Milano, Torino, Roma, Napoli, Parma, Bari, La Spezia, Pistoia, Alessandria e Modena.
Le ricerche della finanza si sono concentrate anche su carte di credito e bancomat che sarebbero state messe a disposizione di parlamentari, sotto forma di presunti rimborsi spese offerti dalla Open.
Altro punto chiave dell’inchiesta sarebbe un presunto pagamento effettuato dalla società edile Toto all’avvocato Bianchi per una consulenza. Parte di questi soldi sarebbero invece confluiti nelle casse della fondazione.
Sul tema del finanziamento illecito ai partiti si è espresso duramente il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, chiedendo a gran voce l’istituzione di una commissione parlamentare sul tema. Sulla stessa lunghezza d’onda il premier Giuseppe Conte, che ha sottolineato la centralità del Parlamento e l’attenzione delle forze politiche sul sistema del finanziamento ai partiti.
Le ombre gettate dall’indagine su esponenti di spicco di Italia Viva, ex membri della fondazione Open, rischiano di indebolire ulteriormente il governo, già alle prese con endemiche divergenze politiche ed ideologiche.