Renzi sull’arresto dei genitori: «abnorme, ma mi fido della giustizia»

«Avevo immaginato di scrivervi tutta un’altra E-News. Pensavo di raccontarvi l’entusiasmo di questo fine settimana. Poi, la notizia più assurda che potessi ricevere, una notizia che gela il sangue: i miei genitori ai domiciliari». Sono queste le parole con le quali Matteo Renzi, ex Presidente del Consiglio ed ex Segretario PD, inizia la sua E-News 566 nel consueto appuntamento all’interno del proprio sito, cercando di affrontare uno dei momenti più difficili della sua vita.

Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori di Matteo Renzi

Argomento in questione è il provvedimento della Guardia di Finanza verso i genitori di Renzi, che lunedì 18 febbraio sono stati posti agli arresti domiciliari per i reati di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. Entrambi sono accusati di aver provocato “dolosamente” il fallimento di tre cooperative, collegate alla “Eventi 6”, dopo averne svuotato le casse, ricavando così in maniera illecita svariati milioni di euro.

Matteo Renzi ha accolto criticamente il provvedimento preso («chi ha letto le carte e ha un minimo di conoscenza giuridica sa che privare persone della libertà personale per una cosa come questa è abnorme»), rinnovando tuttavia la sua fiducia nelle istituzioni: «da uomo delle istituzioni dico: mi fido della giustizia. Non riusciranno a farmi parlar male dell’Italia, non riusciranno a farmi parlar male dei giudici. Chi vuole il mio fallo di reazione, non lo avrà. Né oggi, né mai».

L’ex Segretario del Partito Democratico ha poi provato ad evitare, con le sue parole, di esibire un certo vittimismo tipico della classe politica quando le indagini colpiscono i propri familiari, vedendole come un attacco spietato nei loro confronti. «Tutti i cittadini sono uguali davanti alla Legge – ha sottolineato nella sua E-News Renzi. I miei genitori, come tutti, hanno diritto a un processo giusto e spero rapido. Non grido ai complotti: chiedo che i processi si facciano nelle aule dei tribunali e non sul web o nelle redazioni dei giornali».

E, anzi, riconduce l’accanimento mediatico e non solo proprio al suo ruolo: «io conosco la verità che nessuno vuole dire: se non avessi fatto politica, oggi i miei genitori non subirebbero questo. Lo sanno anche i sassi. Se loro sono in questa situazione umiliante è colpa del mio impegno politico di questi anni», ha scritto Matteo Renzi. «Non avrei mai pensato, però, di farli soffrire così. Per colpa del mio impegno civile. E mi piacerebbe dire: prendetevela con me. Non con la mia famiglia».

«E tuttavia – ha proseguito Renzi, sottolineando la propria volontà di rilanciarsi dopo questa vicenda – concepisco la politica non come figlia di un’ambizione personale, ma come un dovere civile. Dunque: non mollo di uno solo centimetro».

La notizia del provvedimento nei confronti dei suoi genitori ha fatto saltare l’incontro, in programma a Torino, per la promozione del libro di Renzi, “Un’altra strada”: «Mi scuso con gli amici di Torino che mi hanno aspettato ieri. Ho dovuto per ovvi motivi interrompere il tour di presentazione. Ripartiremo allora proprio da Torino: appuntamento per venerdì 22 febbraio alle 18».

E in un post scriptum, infine, Matteo Renzi si concede una polemica contro i giornali, accusati di aver trattato maggiormente la vicenda dei suoi genitori invece di altre accadute nell’ambiente politico, con chiaro riferimento all’ambiguo sondaggio sul blog dei Cinquestelle in merito all’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini sul “caso Diciotti”. «Inutile dire – conclude l’ex Primo Ministro – che la vicenda dei miei genitori ha totalmente oscurato tutto ciò che è accaduto ieri nel mondo della politica. Basta leggere i quotidiani di oggi per rendersene conto. Un capolavoro mediatico, tanto di cappello».

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