Da oggi, lunedi 11 marzo, si potrà entrare a scuola solo se vaccinati. È quanto previsto dalla legge Lorenzin, che impone l’obbligo di vaccinazione per potersi iscrivere ad asili nido, scuole materne, scuole elementari, medie e superiori fino ai 16 anni. Le esclusioni riguarderanno però solamente nidi e scuole per l’infanzia, mentre per elementari, medie e superiori è prevista una sanzione pecuniaria, ma gli alunni potranno entrare ugualmente nelle loro classi.
I presidi sembrano fermamente intenzionati a far rispettare tale disposizione. Secondo l‘Associazione nazionale dei presidi, il problema «è soprattutto nella scuola primaria, dove i non vaccinati potrebbero restare a contatto con gli immunodepressi, i quali non sono tutelati da questo tipo di previsione normativa (la semplice sanzione pecuniaria, ndr)». In questi casi verrebbe infatti meno il principio dell’immunità di gregge, secondo il quale coloro che non possono vaccinarsi perché immunodepressi sarebbero comunque protetti dall’immunità, acquisita tramite le vaccinazioni, di coloro che li circondano.
Nella penisola iniziano a verificarsi i primi casi di divieto di entrare in classe. A Salerno, presso l’istituto Terzo Circolo Scolastico di Pagani, il preside non ha fatto entrare a scuola tre bambini. «Abbiamo dovuto fermare tre alunni della scuola materna. Le famiglie erano state già avvertite venerdì e quindi oggi non hanno portato i bambini a scuola» ha raccontato Attilio Trusio, il preside della scuola. Dei tre bambini solo uno è figlio di no-vax. «Ho incontrato la famiglia – spiega il preside – che mi ha detto di essere contraria ai vaccini e quindi il bambino non tornerà a scuola, perché al momento non intendono vaccinarlo. Le altre due famiglie, invece, non hanno dichiarato di essere no vax e infatti mi hanno preannunciato che nel giro di qualche giorno provvederanno alla vaccinazione».
La legge Lorenzin sembra aver avuto un impatto positivo sul numero di vaccinati in Italia. Secondo una rilevazione del Ministero della Salute le coperture vaccinali dei primi sei mesi del 2018 sono più alte di quelle del 2017. La soglia minima dettata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità del 95% è stata raggiunta se non superata in diversi casi. Le regioni con il più alto tasso di vaccinazioni sono Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Puglia e Toscana, dove la soglia del 95% è stata oltrepassata.
Nel frattempo la ministra della Salute Giulia Grillo ha deciso di non cedere alle pressioni del ministro degli Interni Matteo Salvini sulla proroga del decreto per i non vaccinati: «Tutti hanno avuto il tempo per mettersi in pari» ha dichiarato a La Repubblica.
La legge sulle vaccinazioni potrebbe però avere vita breve, in quanto è già in discussione in Parlamento il cosiddetto “obbligo flessibile”, secondo cui la vaccinazione diverrebbe obbligatoria solo “in caso di emergenze sanitarie o di compromissione dell’immunità di gruppo”