La leader dello Scottish National Party Nicola Sturgeon ha confermato le sue dimissioni da primo ministro scozzese alla Bute House di Edimburgo. Il suo mandato continuerà fino all’elezione di un suo successore. Una sorpresa, quella del primo capo di governo donna alla guida del Paese, anche se lei stessa ha ammesso di aver riflettuto a lungo sulla decisione.
Finisce l’era dell’indipendentista Nicola Sturgeon
Come è stato per l’ormai ex primo ministro neozelandese Jacinda Adern, anche la Sturgeon sente di non avere abbastanza energie per affrontare le sfide del Paese. Il più grande ostacolo continua ad essere l’ottenimento dell’indipendenza scozzese. «Il blocco del referendum verso l’indipendenza è un oltraggio democratico», ha detto la leader dell’SNP in riferimento alla decisione della Corte Suprema Britannica. «Spetta a noi decidere come proteggere la democrazia scozzese e garantire che prevalga la volontà del nostro popolo». Lo scorso anno la Sturgeon aveva infatti fissato la data per un secondo referendum sull’indipendenza del suo Paese, nonostante il fallimento del 2014. Non ci sono certezze su un’eventuale nuova data, ma la leader spera che il partito usi le prossime elezioni generali come un referendum de facto.
Le diatribe col Governo Britannico
Viste le dimissioni della donna simbolo della lotta per l’autonomia scozzese, la questione resta un’incognita. La responsabilità passerà ora nelle mani del nuovo successore, anche se non è detto che porti avanti la strategia indipendentista di Nicola Sturgeon. Le diatribe con il Governo Britannico si fanno sempre più grandi, anche per la questione del Gender Recognition Law respinto da Westminster. Da paladina della comunità LGBTQ+, ed ideatrice della legge che permetterebbe di cambiare sesso autonomamente anche se minorenni, questo è stato un grande affronto. La norma, passata al Parlamento scozzese, è stato motivo discussione anche per il caso dello stupratore transgender Isla Bryson, che dopo essere stato incriminato si è dichiarato donna. Il caso ha provocato numerose proteste, mettendo alle strette il primo ministro sulla questione del genere dell’individuo.
Una donna che sogna in grande
Nicola Sturgeon ha dedicato tutta la sua carriera politica alla lotta per i suoi ideali. Nel 2014 subentrò ad Alex Salmond subito dopo la sconfitta del referendum, continuando a credere che il sogno di una Scozia indipendente potesse ancora essere realtà. Una delle poche donne al mondo a ricoprire il ruolo di primo ministro, che a soli 16 anni aderì all’SNP, affascinata dallo straordinario esempio di Margaret Thatcher (nonostante le idee politiche diverse).
La Sturgeon è ben nota per le sue skills comunicative: è nella top 5 della lista dei leader più eloquenti al mondo del 2020, percepita dalla gente come una persona vera, più che una performer. Non si sa ancora chi le succederà, ma sicuramente il suo popolo non la dimenticherà facilmente.