Il governo britannico blocca la legge scozzese sulla transizione di genere

Il segretario di stato Alister Jack, responsabile del governo britannico per la Scozia, ha annunciato l’intenzione di porre un veto sulla «gender recognition law». La legge, approvata dal Parlamento di Edimburgo il mese scorso, permetterebbe di cambiare sesso attraverso un’autocertificazione, a partire dai 16 anni.

La legge dietro al veto

Il segretario scozzese ha deciso di utilizzare la section 35 dello Scotland Act 1998, atto del Parlamento del Regno Unito che definisce il decentramento al Parlamento scozzese. L’articolo in questione permette al rappresentante del governo britannico di intervenire su una legge passata all’Holyrood, ma non ancora sottoposta al Royal Assent (approvazione formale della corona inglese), come in questo caso.

La politica pro LGBTQ+ scozzese

Il governo scozzese guidato dalla premier Nicola Sturgeon e ideatrice della legge, ha da subito dichiarato di voler rispondere per vie legali e ha scritto su Twitter: «Questo è un attacco frontale al nostro parlamento democraticamente eletto e alla sua possibilità di prendere delle decisioni». Il suo governo ha da sempre supportato la comunità LGBTQ+ attraverso numerosi finanziamenti e campagne contro discriminazione e bullismo. Ora, questa legge realizzerebbe gli ideali della Sturgeon in maniera ancora più concreta. La sua proposta permetterebbe la riduzione dei tempi di attesa per la transizione di genere e eliminerebbe la necessità di una diagnosi medica.

Sostenitori della nuova legge davanti al Parlamento scozzese a Edimburgo
Culture War

Questa divisione all’interno della medesima società si traduce con il concetto di «culture war», una guerra di ideali in cui le due parti cercano di imporre i loro pensieri e valori. Esiste anche una disputa sui diritti dei transgender e sul fatto che ci si sia spinti troppo oltre su questo tema. Sembra ci sia anche una ragione politica a dividere promotori e oppositori: i sostenitori del Labour Party, che vorrebbero incrementare i diritti transgender, sono tre volte il numero dei contrari, rappresentato dai Conservatori. Probabilmente non è un caso che il Governo Britannico, guidato dal neo premier e leader del Tory Party Rishi Sunak, abbia bloccato la legislazione scozzese.

Il nuovo referendum

Lo scorso anno Nicola Sturgeon, Prima Ministra scozzese e leader dello Scottish National Party, ha fissato la data per un secondo referendum sull’indipendenza del suo paese, nonostante il fallimento del 2014. Il prossimo 19 ottobre dunque tutto potrebbe cambiare, considerando che gli ultimi eventi potrebbero spingere gli scozzesi a prendere una decisione diversa da 9 anni fa.

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