1833 arresti in 96 città da Vladivostok a San Pietroburgo: sono i numeri delle manifestazioni che nella serata di mercoledì 21 aprile hanno animato la Russia. Migliaia di persone in tutto il Paese sono scese nelle strade, nonostante gli avvertimenti delle autorità, per chiedere la liberazione di Aleksej Naval’nyj, il dissidente russo in carcere da gennaio. Il leader del Fondo Anticorruzione si troverebbe in fin di vita secondo fonti non ufficiali.
Gli scontri, gli arresti, gli slogan
L’ong russa Ovd Info ha riportato i nomi delle città con il maggior numero di arresti: 832 a San Pietroburgo, 119 a Ufa e 69 a Kazan’. I numeri sono ancora in aggiornamento. Similmente a come è avvenuto nelle altre proteste in favore della liberazione di Naval’nyj, la polizia ha adottato metodi violenti. Come ha riportato l’agenzia di stampa russa Meduza, a San Pietroburgo la polizia è ricorsa a lacrimogeni ed elettroshock contro i manifestanti. Sono diverse le testimonianze dei metodi violenti della polizia nelle pagine Instagram come @openrussia_team, @ovd_info, e @mediazzzona. Ovd Info ha pubblicato su Instagram istruzioni su come comportarsi nel caso di arresto durante la manifestazione e ha reso noti i nomi e gli indirizzi degli avvocati disponibili a difendere i manifestanti arrestati. Tra gli slogan più comuni durante la manifestazione di Mosca la folla scandiva “Julja siamo con te”, rivolgendosi alla moglie di Naval’nyj.
La situazione di Naval’nyj
Naval’nyj è stato trasferito nel reparto ospedaliero della colonia penale di IK-3 del Servizio Penitenziario Federale russo, ma i membri del suo team hanno dichiarato sui social che il dissidente si troverebbe in un altro centro di tortura. Il dissidente e maggior critico del presidente russo Vladimir Putin ha iniziato uno sciopero della fame dal 31 marzo per accedere ad un consulto medico. In difesa del leader del partito anti-corruzione molti intellettuali e personaggi influenti da tutto il mondo ha inviato una lettera al presidente russo.