Myanmar, le truppe regolari attaccano convoglio della Croce Rossa

Dopo cinque giorni dal devastante terremoto di magnitudo 7.7 della scala Richter, di venerdì 28 marzo, i soccorritori continuano a lavorare nella speranza di estrarre sopravvissuti dalle macerie. A rendere la situazione ancora più precaria, la giunta militare, al governo del Myanmar, ha ripreso le ostilità con i gruppi di ribelli nel paese e, come riportato dal New York Times, i soldati regolari hanno attaccato un convoglio umanitario della Croce Rossa.

Il bilancio cresce

I dati sul numero di morti e feriti sono ancora incerti, le informazioni circolano troppo lentamente per avere un numero affidabile. I danni del terremoto hanno rallentato i soccorsi e hanno bloccato le tradizionali vie di comunicazione rendendo difficile un flusso costante e certo di notizie. Al momento come riportato dall’Alto commissario delle Nazioni Unite, circa 1,6 milioni di persone sono sfollate. L’agenzia di stampa cinese Xinhua riporta che il bilancio del sisma continua ad aggravarsi: sono 2.886 le vittime accertate con 4.639 feriti e 373 dispersi.

Anche in Thailandia si aggrava il bilancio del crollo del grattacielo. Al momento le vittime accertate sono 20, ma continuano le ricerche per i 70 operai intrappolati nelle macerie. Il palazzo, ancora in costruzione, sorgeva vicino al mercato di Chatuchak della capitale del Paese Bangkok.

Attacco alla croce rossa

Secondo quanto riporta il New York Times, i soldati del governo del Myanmar hanno aperto il fuoco contro un convoglio della Croce Rossa. La colonna umanitaria trasportava gli aiuti per le vittime del terremoto nella città di Mandalay. Quest’ultimo attacco è sintomo della volontà della giunta militare di non sospendere le ostilità con i gruppi ribelli, nonostante la grave situazione in cui versa la popolazione. Non è ancora nota l’entità dei danni e se ci siano stati dei feriti tra gli operatori. Il gruppo paramilitare Ta’ang National Liberation Army si è mobilitato per assicurare la protezione del convoglio e l’arrivo dei fondamentali aiuti, come riporta il NYT.

Mappa Myanmar, con le zone controllate dal governo (in rosso) e dai ribelli (in blu)

Sono ormai passati quattro anni dal rovesciamento del legittimo governo di Aung San Suu Kyi. Da allora diversi gruppi ribelli si sono mobilitati per rovesciare la giunta militare. I territori controllati dalle milizie si concentrano principalmente nelle zone rurali del paese, mentre i grandi centri urbani sono sotto il controllo dei militari. Il terremoto ha permesso alla giunta di strumentalizzare gli aiuti umanitari e bloccarne la spedizione nelle zone controllate dai ribelli.

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