Steso sul letto, con accanto la pistola con cui si sarebbe ucciso e un biglietto di poche parole: «Nulla ha più senso». È stato trovato così, nella sua casa di Roma, il generale Claudio Graziano, ex capo di stato maggiore della Difesa, nella mattinata del 17 giugno. Dopo una vita di guerra, la sconfitta è arrivata da dove non ti aspetti: dalla mente, dal dolore, dall’amore perduto.
Addio amico mio.
Oggi la notizia della tua scomparsa mi ha lacerato l’anima.
Abbiamo lavorato insieme per anni, abbiamo condiviso successi e sconfitte, amarezze e gioie e siamo riusciti a farlo senza recriminazioni, senza lamentarsi anche quando era pesante e difficile.
Oggi… pic.twitter.com/Dp9F7Ne2t7— Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) June 17, 2024
Il cordoglio immediato e unanime ha assunto un carattere riservato, quasi familiare. Un’Italia colma di rispetto ha cercato di salvaguardare la memoria di un uomo che, nei suoi 70 anni, ha sempre portato in alto il nome del Paese e difeso i suoi interessi. Fino all’ultimo, con l’incarico di presidente di Fincantieri, colosso delle costruzioni navali.
La moglie scomparsa
Anche se la procura di Roma sta indagando, non sembrano esserci dubbi sull’ipotesi di suicidio. L’arma trovata accanto al corpo era del generale, e sarebbe compatibile con la ferita alla testa. Il biglietto, poi, fugherebbe ogni dubbio. Ma perché un uomo della sua età, con il suo passato, con alle spalle esperienze intense e non sempre facili da ricordare, si sarebbe ucciso? Per dolore. Quel dolore che solo chi perde il compagno di una vita può provare. Nel caso del presidente di Fincantieri, che aveva perso la moglie Marisa nell’aprile 2023, il distacco si era fatto insostenibile. La depressione, silenziosa, lo ha pervaso per mesi. E ha avuto la meglio.
Anche dopo il lutto ha cercato di stringere i denti e di essere presente in Italia e nel mondo. È così che, a ottobre 2023, pochi giorni dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas, lo abbiamo incontrato all’Associazione Stampa Estera di Roma. Potete leggere l’intervista rilasciata a MasterX a questo link.
Una carriera folgorante
Nato a Torino nel 1953, era entrato nell’Esercito nel 1972, Graziano fu assegnato agli alpini. Al vertice del battaglione “Susa” intervenne per aiutare il Mozambico a risollevarsi dalla guerra civile che lo dilaniò nel 1992. Da quel momento ha comandato le principali missioni internazionali che vedevano coinvolto il nostro Paese. Prima in Afghanistan (2005-2006) e poi in Libano (2006-2010). Qui assunse la guida dell’intero contingente ONU, appena costituito per rispondere all’escalation tra Israele e Hezbollah. Anche in quel contesto così delicato non si separò dalla moglie, che portò con sé in territorio ostile.
Dal 2011 al 2014 è stato capo di stato maggiore dell’Esercito, per poi essere promosso al vertice della Difesa. Mantenne l’incarico più alto fino al 2018, quando venne trasferito a Bruxelles alla guida del Comitato Militare dell’Unione Europea. Nel 2022, dopo mezzo secolo, si tolse l’uniforme per assumere la presidenza di Fincantieri.
La Difesa comune
Graziano è stato un convinto sostenitore di una maggiore integrazione europea in ambito militare. L’attenzione all’innovazione, ai nuovi trend, agli sviluppi strategici ha sempre stuzzicato il suo pensiero, rendendolo un attento osservatore delle tendenze geopolitiche dello scacchiere euro-mediterraneo. Non si è mai stancato di ribadire la centralità di uno strumento militare comune, da affiancare alla Nato e all’Onu. In primis con l’industria, il primo passo verso un’integrazione delle capacità militari del continente. Anche per questo la nomina a presidente di Fincantieri lo aveva riempito di orgoglio (e forse proprio per la scomparsa di un amministratore così capace e impegnato il titolo in borsa ha perso il 3% all’annuncio del decesso).
LEGGI L’INTERVISTA:
Il generale Graziano: «In Ucraina abbiamo riscoperto la parola ‘guerra’»