
Tre medaglie pesanti, due ori e un argento, quinto posto sia nel medagliere che nella classifica a punti e prima nazione tra le europee. Sono questi i numeri della spedizione azzurra ai Mondiali indoor di atletica, andati in scena a Nanchino da venerdì 21 a domenica 23 marzo. Un bilancio positivo, nonostante alcune assenze eccellenti, che conferma l’ottimo stato di salute del movimento italiano.
Le medaglie azzurre
Andy Diaz
È stato Andy Diaz, con un volo magistrale nel salto triplo, ad accendere per primo l’entusiasmo tricolore. Al saltatore è bastato un unico balzo, di 17,80m, per reclamare l’oro, superare di 5 cm il già suo primato nazionale all’aperto e togliere il record italiano indoor al suo allenatore Fabrizio Donato, 17.73.
Alle sue spalle, ben distanti, il cinese Yaming Zhu, 17.33, e il burkinabé Hugues Fabrice Zango, 17.15, mentre il brasiliano Almir Dos Santos, originariamente terzo con 17.22, è stato squalificato per un’irregolarità alle scarpe. Diaz ha così replicato il successo agli Europei indoor di Apeldoorn 2025, conquistando un oro iridato che nel triplo mancava dalla vittoria di Paolo Camossi a Lisbona nel 2001.
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Mattia Furlani
Se tra triplisti non c’è stata storia, la finale del salto in lungo è stata invece combattutissima, con otto atleti oltre gli otto metri e con un solo centimetro a fare la differenza tra i colori delle medaglie. Ad avere la meglio è stato l’azzurro Mattia Furlani capace, con il suo secondo salto di 8,30m, di rimanere in testa fino alle fine e conquistare così l’oro davanti a Pinnock, 8,29, e Addock, 8,28.
Con il successo di Nanchino il lunghista azzurro, già bronzo olimpico, argento agli europei di Roma e riconosciuto dal World Athletics come il miglior giovane in campo maschile, ha ottenuto la definitiva consacrazione, diventando ufficialmente l’uomo da battere nella sua disciplina.
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Zaynab Dosso
Quello vinto da Zaynab Dosso nei 60 metri è un argento prezioso, che nasconde però anche un po’ di amarezza: dopo aver ottenuto il miglior crono sia nelle batterie che in semifinale, l’azzurra era scesa in pista da favorita.
In finale però non ha funzionato la partenza. Dosso dai blocchi fa infatti 0.180, peggio di lei solo la belga Rosius, 0.198. L’azzurra poi forza e recupera, è prima dai 30 ai 50 metri, ma nel finale la svizzera Kambundji ha la meglio e la supera, chiudendo a 7”04, mentre Dosso, 7”06, deve guardarsi anche dall’allungo di Va Der Weken che finisce a un centesimo.
L’argento di Nanchino è la seconda medaglia iridata vinta dall’azzurra dopo il bronzo ottenuto a Glasgow nel 2024. Una medaglia che arriva dopo il titolo di campionessa europea conquistato ad Apeldoorn, dove aveva stabilito il record italiano con il tempo di 7”01 e aveva chiuso davanti proprio a Kambundji, 7”02.
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Italia quinta potenza
A dominare il medagliere sono gli Stati Uniti, 6 ori, 4 argenti e 6 bronzi, soprattutto grazie alla pioggia di medaglie dell’ultimo giorno di gare. Seconda la Norvegia, con Jakob Ingebrigtsen che conquista 2 ori ai quali si aggiungono quello di Skotheim nell’eptathlon e il bronzo di Jaeger nei 400m. Seguono l’Etiopia e la Gran Bretagna, rispettivamente 2 ori e 3 argenti e 2 ori, 1 argento e 1 bronzo e quindi l’Italia quinta. Ma la vera sorpresa è tra le assenze, con un Kenya che, inaspettatamente, chiude con 0 medaglie.
Insomma, l’Italia continua a raccogliere i frutti di un movimento in crescita, come emerge anche dal piazzamento nella classifica a punti, basata, oltre che sulle medaglie, anche e soprattutto sul numero di finali raggiunte. Anche qui, l’Italia è quinta, con un totale di 42 punti a solo due lunghezze dal terzo gradino del podio, occupato a pari merito da Etiopia e Cina con 44 punti. Al primo posto si sono imposti, ancora una volta, gli Stati Uniti, con 175 punti, seguiti dall’Australia con 55.