Saranno 2.550 le case popolari che il Comune di Milano metterà a disposizione dei cittadini nel 2020. Di questi, 1.416 sono di proprietà del Comune, mentre 1.134 di proprietà di Aler (Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale di Varese – Como – Monza Brianza – Busto Arsizio). Il Piano annuale dell’offerta «Sap» nasce come risposta ai bisogni abitativi pubblici sia attraverso lavori di recupero degli immobili, sia come implementazione del personale incaricato della verifica delle pratiche.
Secondo la Giunta, la divisione degli alloggi si basa su quattro diverse categorie. Le prime sono le famiglie indigenti, ovvero i nuclei che hanno un Isee inferiore ai 3mila euro. Secondo quanto riportato da Milano Today, a queste verrà affidato il 40% degli alloggi. A seguire, il 10% delle abitazioni verrà consegnato ai familiari delle forze dell’ordine. Il terzo gruppo riguarda invece, le famiglie in uscita da strutture come comunità genitore-figlio, comunità educative per minori e alloggi convenzionali per emergenza abitativa. Infine, il Piano prevede anche degli alloggi destinati ai Sat (Servizi abitativi transitori). In questo caso sia il Comune che Aler metteranno a disposizione 100 abitazioni, ovvero il 7,1% per il primo e l’8,8% per il secondo. Nel 2020 il numero delle abitazioni dedicate a nuclei familiari sfrattati o il cui appartamento è stato pignorato sono passati da 100 a 150. Le famiglie, in questo caso, possono usufruire dell’appartamento per un anno al massimo, con un’unica possibilità di rinnovo.
Più di 900 nuove case rispetto al 2019
Quest’anno la risposta del Comune a questa esigenza è stata notevole con un incremento della disponibilità di case popolari. Nel 2016 per esempio, gli immobili a disposizione erano solo 883, nel 2017 è salito a 1.123, nel 2018 a 1.187 e nel 2019 a 1.637 appartamenti.
«Stiamo arrivando al raddoppio della disponibilità alloggiativa rispetto agli ultimi anni – sottolinea l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – e questo grazie all’ingente stanziamento economico sostenuto dal sindaco e da tutta la Giunta fin dall’inizio del mandato, 120 milioni di euro in tre anni, oltre che dal grande sforzo di potenziamento degli uffici che seguono le istruttorie di assegnazione».
In risposta al bando, chiusosi lo scorso 6 dicembre, sono arrivate circa 10mila richieste che dovranno poi essere verificate dagli uffici. Per prime poi, verranno prese in considerazione le domande in deroga raccolte negli ultimi anni e che il nuovo regolamento regionale non prevede più.