Nel 1981, dopo la morte di un ventunenne nerazzurro appena fuori San Siro, i vecchi capi ultrà di Milan e Inter decisero di stringere un patto di non belligeranza tra le Curve. «Niente più scontri tra di noi, altrimenti ci scappa il morto. Di nuovo». Una tragedia che da oltre quarant’anni garantisce la sicurezza dei tifosi di entrambe le sponde del Naviglio.
Da quella stretta di mano, passata alla storia come un vero e proprio “accordo di neutralità”, i conflitti tra le tifoserie sono decisamente calati, fatta eccezione per qualche breve scontro tra singoli individui e gruppetti. Già nei mesi scorsi lo stesso capo ultrà nerazzurro Marco Ferdico aveva spiegato al Corriere della Sera la funzione dell’accordo: «Il patto di non belligeranza va avanti da 40 anni e continua a esistere. È una garanzia per tutti. Senza, Milano sarebbe un campo di battaglia». Quindi anche lunedì 22 aprile 2024, nel caso l’Inter vincesse lo scudetto durante il derby, la Nord e la Sud sono pronte a rispettare la parola data decenni fa, evitando qualsiasi tipo di scontro e limitandosi a sfottò e striscioni.
⏳ Quella sensazione pre derby 🫀#MilanInter pic.twitter.com/VEUp2RZu3h
— Lega Serie A (@SerieA) April 22, 2024
Il rischio escalation nel 2023
L’accordo è uno dei più longevi del calcio italiano, nonostante negli anni vi siano state alcune incomprensioni che hanno incrinato i rapporti tra le due tifoserie. La più lampante e recente risale a maggio 2023. Dopo aver vinto la semifinale di Champions League contro il Milan, il calciatore nerazzurro Federico Dimarco ha raggiunto la Nord e preso un megafono per cantare “Milanista chiacchierone”. Un coro che, come ha prontamente evidenziato la Sud, «non veniva cantato di proposito da mesi». Per i rossoneri, infatti, vi era una sostanziale differenza tra gli sfottò contro giocatori e società e quelli rivolti verso una Curva presente allo stadio. In seguito alle scuse del giocatore italiano la situazione si è calmata, evitando così possibili scontri tra tifoserie.