All’interno del parlamento britannico manca ancora un accordo sul compromesso da presentare all’Europa per la Brexit. Il primo ministro Theresa May ha annunciato di aver rifiutato l’intesa propostale da Jeremy Corbyn, leader dell’opposizione labour, che prevedeva che il Regno Unito lasciasse l’Unione Europea restando però nell’unione doganale.
Questo per la May sarebbe un grave impedimento per la politica doganale della Gran Bretagna, che non potrebbe avere l’autonomia nello stipulare patti commerciali con gli altri paesi che è alla base dei vantaggi della Brexit.
La May ha comunque assicurato che si presenterà in settimana alla Camera dei Comuni per aggiornare i deputati sul modo in cui intende rivedere l’accordo con l’Ue, bocciato il mese scorso. In particolare le preoccupazioni maggiori della Camera vengono dal meccanismo del backstop, che imporrebbe la rinuncia alla creazione di un confine rigido tra Ulster e Irlanda anche in caso le due entità non trovino un nuovo accordo doganale dopo l’uscita del Regno Unito dall’Ue.
Bisogna ricordare che l’assenza di un confine rigido tra Irlanda del Nord e Irlanda è stato alla base della fine della belligeranza di gruppi come l’IRA, ma che l’assenza di un confine doganale con l’Irlanda impedirebbe al Regno Unito di avere una propria politica estera.
Intanto Boris Johnson, ex ministro degli esteri di Theresa May, ripropone la visione dei conservatori che vogliono la Brexit a ogni costo. Parlando ai microfoni di Bbc Radio 4 ha contestato la volontà di Theresa May di cercare comunque un dialogo con Corbyn, visto che quest’ultimo “vuole soltanto farci restare in un’unione doganale permanente, frustrando il larga misura la Brexit”. Per Johnson la May dovrà garantire sia un confine aperto tra le due Irlande sia l’uscita della UK dall’Unione doganale, ma al momento sembra molto difficile.