La Camera dell’Oklahoma a maggioranza repubblicana, ha approvato un disegno di legge che vieta l’aborto. Il divieto vale per qualsiasi momento della gravidanza ad eccezione per i casi di stupro, incesto o pericolo di vita per la donna. Inoltre qualunque cittadino potrà denunciare chi pratica l’aborto e chiunque favorisca l’esecuzione o l’induzione di tale pratica.
Le leggi nei vari stati
Lo Stato dell’Oklahoma ha un proprio parlamento e di un proprio governatore. È uno degli stati più conservatori degli Stati Uniti ed è un feudo del Partito Repubblicano dai primi anni del 2000. Nel 1973, la sentenza dell’Alta Corte Roe contro Wade stabilì la legalità dell’aborto. Gli stati non potevano vietarlo nel periodo precedente alle 23-24 settimane di gravidanza.
Nonostante questo ci sono diversi casi in cui non è così. In Alabama ad esempio nel 2019 la governatrice Kay Ivey ha firmato una legge per cui i medici che praticano l’interruzione di gravidanza rischiano l’ergastolo.
Inoltre nello stesso Stato il 93% delle contee non hanno strutture mediche adeguate e l’aborto non è incluso tra le prestazioni mediche a cui le persone a basso reddito possono accedere. Altri stati come Georgia, Ohio, Kentucky, Mississipi e Louisiana proibiscono l’aborto dopo sei settimane.
Maggior sostenitore di tutti i disegni di legge in questo senso è Greg Treat, governatore dello Stato del Kansas, che in occasione del voto alla Camera avvenuto lunedì 21/02/2022 ha affermato: «La pratica diffusa dell’aborto è il male della nostra società».
L’amministrazione Trump
Nel 2017 il presidente Donald Trump ha ripristinato e ampliato la politica del cosiddetto “bavaglio globale” in base alla quale ogni organizzazione estera che riceve finanziamenti dagli Usa non può neanche menzionare l’aborto nei suoi programmi di consulenza e formazione.
Questo vale anche se i fondi per questi specifici programmi non provengono dagli Usa. Se uno specialista sanitario ritiene che portare a termine una gravidanza ponga a rischio la salute di una donna, questi non può neanche suggerire che esiste la possibilità di abortire né indirizzarla a una struttura che pratica l’aborto.