Come in ogni altro ambito, le restrizioni del governo stanno fermando anche tutti gli eventi programmati nelle ultime settimane. Con tutta probabilità la chiusura si protrarrà a lungo, esponendo a gravi difficoltà di sopravvivenza un mercato in crescita.
Limitandosi a considerare i cosiddetti corporate events promossi dalle aziende, il valore economico nazionale tocca i 900 milioni di euro annui, oltre ad offrire lavoro fisso a 50.000 addetti. Cifre che salgono vertiginosamente se nel computo vengono aggiunti gli investimenti nell’intero settore, pari a circa 10 miliardi di euro, e il totale del personale coinvolto, 500.000 persone.
Un comparto “invisibile” ma fondamentale
Difficile da definire, ancor più da circoscrivere. Il ramo degli eventi e della live communication, dichiara Salvatore Sagone, portavoce dell’Organo di Rappresentanza “Club degli eventi”, «ha così tante implicazioni da essere una delle colonne portanti dell’economia italiana. Una voce del Pil importantissima, che non si può sottovalutare».
Una filiera “invisibile”, composta non solo dai convegni, ma anche da tutte le sfaccettature della live communication. Ne fanno parte ad esempio, gli incontri di spettacolo e di intrattenimento e tutto ciò che gira intorno a queste manifestazioni. A partire dal banqueting e dal catering, fino alla logistica, alla fotografia, alle riprese e al design. Un mondo immenso e variegato, del quale si occupano una lunga serie di importanti aziende e agenzie.
Si tratta degli stessi soggetti «che realizzano Expo, il Salone del Mobile, le settimane della moda, che fanno vivere i ristoranti, gli hotel e i locali. Quando si rompe questo meccanismo, che non ha mai avuto forme di tutela, crolla tutto» afferma Alfredo Accatino, direttore creativo e partner del gruppo Filmmaster Events. A maggior ragione quindi, i soggetti coinvolti stanno chiedendo al governo di non essere lasciati soli in un momento di simile emergenza. A ripeterlo è lo stesso Accatino: «Ora servono interventi e prese di coscienza» per evitare il collasso del settore.
Naturalmente, le situazioni cambiano di caso in caso. La crisi da e post Coronavirus sarà meno influente per quelle realtà che basano il proprio business su canali di profitto diversificati, mentre risulterà disastrosa per le società più piccole e specializzate.
I would be very interested to hear the opinion of @rafat or others whose media companies have a big events/conferences component about @OReillyMedia deciding to get out of the events business, period, even post-COVID.https://t.co/HPQA6zYHb8 pic.twitter.com/a619fgYb1d
— Joshua Benton (@jbenton) March 25, 2020
In futuro solo digital event? Lo scenario post epidemia
La sola certezza è che, nel breve periodo, conferenze si terranno soltanto online. Uno dei primi episodi del grande capitolo degli incontri sul Web, è stata la sfilata in streaming programmata da Armani nel corso della Fashion Week 2020. Alla stessa maniera, eventi in rete si stanno tenendo nel mondo dell’arte e nelle università e pure sono stati programmati dalle maggiori aziende tecnologiche come Google e Facebook.
Un tale cambiamento, tanto inaspettato quanto repentino, ha costretto gli addetti ai lavori a confrontarsi con le grandi differenze dell’evento online da quello in person e a valutare meglio i pro e i contro di questa modalità. Come spiegato da Gianluca Comin, Professore di Strategie di Comunicazione all’Università Luiss di Roma, gli scopi di recarsi personalmente ad un meeting sono molteplici. Non solo assistere all’incontro in sé, ma anche l’occasione di conoscere gente con interessi simili. Dall’altro lato, per le società ciò significa sia esporre il proprio brand sia creare una comunità fidelizzata, che partecipi in modo attivo al proprio operato.
Tutti aspetti, quelli appena descritti, non replicabili su Internet, che però offre diverse opportunità alternative. In rete, sottolinea il Professor Comin, è molto più semplice e veloce ingaggiare un’ampia platea di soggetti, in grado di fornire dati preziosi ad una data azienda, su come muoversi nel mercato.
Sul Web varia anche la tipologia di fruizione da parte dei soggetti coinvolti. Le manifestazioni offline danno infatti la possibilità a chi vi partecipa di ottenere una mole consistente di informazioni, anche mediante la conversazione con gli altri presenti. Online invece, aumenta di gran lunga la verticalità del meeting a vantaggio dell’organizzatore, che potrà registrare e analizzare gli interventi delle persone connesse.
Come in ogni campo dunque, bisognerà valutare quale sia la soluzione migliore per il domani. Senza dimenticarsi dell’esperienza eccezionale che si sta vivendo e, anzi, facendo tesoro delle soluzioni positive che ne stanno derivando.