Nella nottata tra il 29 e il 30 aprile, durante un evento religioso in Galilea, hanno perso la vita almeno 45 persone, con oltre 150 feriti. Tra le ipotesi dell’incidente, avvenuto sul Monte Meron, un cedimento strutturale, che avrebbe provocato lo scivolamento delle persone sulle gradinate, innescando una fuga di massa in cui decine di persone sarebbero rimaste schiacciate.
La celebrazione
L’occasione dell’evento era la festività ebraica di Lag Ba’omer, che si celebra ogni anno, ricordando la ribellione ebraica del 132 d.C contro le legioni romane. Erano oltre 100mila gli ebrei osservanti che si erano recati presso la tomba del rabbino Shimon bar Yochai, che, secondo la tradizione, sarebbe l’autore del testo mistico Zohar.
Una catastrofe preannunciata
Molti ritengono l’evento una catastrofe preannunciata: da anni, infatti, la celebrazione è la più affollata d’Israele. Quest’anno, nonostante una serie di restrizioni e limitazioni previste per la situazione pandemica, la folla non è stata evitata, portando al disastro. Già nel 1911, a causa del sovraffollamento, decine di persone erano decedute nel crollo di un edificio vicino alla tomba del rabbino. Inoltre, già nella serata del 29 aprile, il sito web Haredim10 segnalava testimonianze di fedeli allarmati dalla calca: “C’è la sensazione di un pericolo incombente. Si è creata una ressa terribile, ci sono spintoni e confusione e sul posto c’è solo un’uscita molto stretta“.
I soccorsi
Cappelli, occhiali, cellulari e scarpe. Questi gli oggetti sul terreno, dimenticati e persi durante la folle fuga. Le radio israeliane hanno trasmesso, durante tutta la giornata, appelli dei cittadini che cercano tra i dispersi. Tra i feriti, 6 sono in condizioni critiche e 18 in condizioni gravi. Sono servite oltre 250 ambulanze per prestare i soccorsi.
Il commento del premier
Il premier Benyamin Netanyahu ha dichiarato lutto nazionale in Israele per la giornata di domenica. «Ci uniremo tutti nel dolore delle famiglie e in preghiera per i feriti». Queste le parole del premier dopo la visita sul luogo del disastro, che ha concluso dicendo: «E’ stato uno dei peggiori disastri nella storia del paese».