Questa mattina centinaia di migliaia di iraniani sono scesi in strada a Teheran e in decine di altre città del Paese per celebrare il 40esimo anniversario del giorno della vittoria della Rivoluzione Islamica.
Nella capitale, la folla si è riversata in particolare nella piazza Azadi (piazza della Libertà), diventata il simbolo della rivoluzione del 1979, cantando slogan che invocano «morte all’America». Alle manifestazioni ha preso parte anche il presidente Hassan Rohani, che si è rivolto ai presenti proprio in piazza Azadi.
Sono passati infatti quarant’anni dall’11 febbraio 1979, data in cui l’ultimo governo nominato dallo Scià Reza Pahlavi si è dimesso, con la conseguente caduta del regime monarchico in Iran. L’origine della Rivoluzione Islamica si colloca nel gennaio del 1978, con la pubblicazione di un articolo contro l’ayatollah Ruhollah Khomeini sul giornale governativo Ettelaat, che lo accusava di essere un agente britannico, alleato dei comunisti, e insinuava che le sue credenziali religiose fossero dubbie.
Quell’articolo suscitò particolare scalpore nel clima di disuguaglianze sociali, odio per i brutali servizi di sicurezza e per la crescente occidentalizzazione che aveva scandalizzato i conservatori. I religiosi di Qom scioperarono, seguiti dai mercanti dei bazaar. Le proteste aumentarono, con slogan contro la monarchia. Le insurrezioni furono violentemente represse dalla polizia. Ogni funerale divenne una nuova manifestazione, un’escalation che portò il 16 gennaio 1979 all’esilio dello Scià.
Nei mesi successivi i khomeinisti si riorganizzarono e in pochi anni prese forma uno Stato clericale che eliminò tutti gli alleati della rivoluzione: marxisti, laici e islamici liberali. Per l’anniversario di oggi la Guida suprema Ali Khamenei, che ha preso il posto di Khomeini alla sua morte nel 1989, ha concesso un’amnistia a migliaia di detenuti restando fermo sulla propria posizione verso gli Stati Uniti come l’asse del male, della violenza e dello spirito guerrafondaio. L’accordo sul nucleare voluto da Barack Obama è stato ripudiato da Donald Trump, e le nuove sanzioni ora costringono i Paesi che usano il sistema bancario americano a sospendere l’acquisto di petrolio iraniano: «Finché continueranno con la loro ostilità verso l’Iran – ha dichiarato Khamenei – noi continueremo a cantare morte agli Stati Uniti».