Iran: 5200 manifestanti rilasciati, paura per i condannati a morte

In Iran, nella provincia di Teheran, sono stati rilasciati circa 5200 prigionieri che si trovavano in carcere a seguito delle manifestazioni contro il regime degli Ayatollah iniziate lo scorso settembre. Massoud Setayeshi, portavoce della Magistratura iraniana, ha reso noto che la cifra equivarrebbe al 98% dei manifestanti arrestati nella capitale. In realtà non è ufficiale il numero totale degli arresti per le proteste. Secondo l’agenzia degli attivisti dei diritti umani iraniani Hrana, oltre 19.500 manifestanti sono stati incarcerati.

Le condanne a morte
Protesta in Iran

Secondo i dati diffusi dalla BBC, è già avvenuta l’esecuzione per quattro dei prigionieri condannati a morte. Uno di loro era il 22enne Mohammad Mehdi Karami, campione di karate, la cui esecuzione è avvenuta per impiccagione a soli 65 giorni dall’arresto. È invece stata emanata la sentenza di condanna a morte per altri 18 prigionieri. Numerose associazioni per i diritti umani stanno lottando per fermare le esecuzioni. Su Twitter spopola l’hashtag #StopExecutionInIran (“fermate le esecuzioni in Iran”).

 

Lo sdegno di Mattarella per la situazione iraniana

L’11 gennaio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato al Quirinale il nuovo ambasciatore dell’Iran in Italia, Mohammad Reza Sabour. Durante il colloquio, Mattarella ha espresso parole di «condanna e indignazione per la repressione e le esecuzioni dei manifestanti». Nell’esprimere il proprio disappunto per quanto sta avvenendo da mesi nella Repubblica islamica, a seguito della morte di Mahsa Amini, il Presidente della Repubblica ha dichiarato: «Il rispetto con cui l’Italia guarda ai partner internazionali e ai loro ordinamenti trova un limite invalicabile nei principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo».

Ivan Torneo

Giornalista praticante. Siciliano trapiantato a Milano. Motivato, eclettico, curioso. Laurea Magistrale in Scienze Cognitive e Teorie della Comunicazione. Il mio obiettivo è il giornalismo televisivo, la mia motivazione incrollabile.

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