Il boom di domande per il bonus da 600 euro ha mandato l’Inps in tilt. Il bonus una tantum è destinato ad autonomi, partite Iva e professionisti ed è previsto dal decreto del governo “Cura Italia”, in cui in generale rientra un programma di aiuti per famiglie e lavoratori che devono fronteggiare le conseguenze dell’emergenza coronavirus.
Il sovraccarico
All’Inps, infatti, sono giunte 100 domande bonus al secondo, con 300 mila richieste che si sono concentrare dall’una di notte alle 8 e 30, cosa che avrebbe creato problemi fin da subito. Non è passato molto tempo prima che il sito andasse in crash. Gran parte degli aventi diritto al bonus hanno quindi lamentato proprio di non riuscire ad accedere alla richiesta.
Il presidente dell’Istituto, Pasquale Tridico, ha però ricordato alle categorie di lavoratori che “non c’è fretta” nel richiedere il bonus. «Le domande possono essere fatte per tutta la durata della crisi», perché il governo rifinanzierà «le attuali misure e altre».
Nessun click day, quindi, nessuna corsa a chi riesce a connettersi prima, come era stato annunciato inizialmente. Questo aspetto è stato ricordato anche il 31 marzo, poche ore prima che fosse possibile fare richiesta, ma non è bastato a frenare la corsa per accedere al sito.
Proprio per questo la vicepresidente Luisa Gnecchi chiede «un bonus di pazienza», «non accedete oggi, stiamo pensando ad accessi scaglionati».
L’attacco hacker
L’enorme mole di accessi non è l’unico problema con cui il debutto dei bonus ha dovuto fare i conti. L’Inps avrebbe infatti subito un hackeraggio al sistema, a riferirlo è il premier Giuseppe Conte, notizia confermata poi dallo stesso Istituto.
Alcuni utenti hanno anche segnalato che al momento di compilare il format, sulla pagina apparivano dati altrui. I dati sensibili e riservati in alcuni casi sono stati oggetto di screenshot e condivisione sui social. Per questo Gnecchi ha annunciato verifiche, definendo il fatto come «gravissimo» e «inaccettabile».