Impeachement a Trump, al via la prima giornata del processo

Si è aperto il 21 gennaio 2020 il processo d’impeachment nei confronti del presidente americano Donald Trump e forse anche la sua lunga corsa verso le elezioni presidenziali di novembre. Il politico passerà alla storia per essere il terzo presidente degli Stati Uniti d’America ad andare sotto processo con questa procedura. Dopo quasi 13 ore, il Senato ha approvato una risoluzione che stabilisce le regole per il processo. Durante il dibattito sono stati bocciati 11 emendamenti presentati dai democratici, tra citazioni di documenti amministrativi di Trump e testimonianze.

I capi di imputazione

Con la procedura di impeachment, avviata il 31 ottobre 2019 con 232 voti a favore e 196 contrari alla Camera dei rappresentanti, su richiesta dei democratici, il Presidente Trump è accusato di abuso di potere e ostruzione dell’inchiesta condotta dal Congresso. Si tratta di un alto crimine che viola il giuramento di fedeltà alla nazione e alla Costituzione americana prestato dal presidente al momento del suo insediamento e impone la sua rimozione dall’incarico.

Il processo al Senato si svolge sotto la guida del presidente della Corte Suprema, John Roberts, i manager un gruppo di deputati svolgeranno il ruolo dell’accusa. La difesa spetta invece agli avvocati del tycoon. Possono inoltre, in questa prima fase, intervenire testimoni come previsto dal normale svolgimento di un processo.

I punti della vicenda

Trump è sospettato di aver esercitato pressioni sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky, al fine di riaprire un’indagine di corruzione a carico di Hunter Biden, figlio dell’ex vicepresidente Joe Biden e della sua prima moglie, Neilia Biden. A rivelare il contenuto della telefonata fra i due è stato un informatore anonimo (whistleblower), rivelato poi all’intelligence americana.

Il sospetto

Da alcune indiscrezioni trapela la volontà del presidente Trump di danneggiare il suo avversario politico Biden, in cambio di aiuti militari, pari a un valore di 400 milioni di dollari, nei confronti degli ucraini. Ma vi è anche un ulteriore sospetto, ovvero quello di un regolamento di conti interno fra democratici e repubblicani per il controllo del gas in Ucraina.

Hunter Biden, figlio dell’avversario politico di Trump, è stato fino ad aprile 2019 membro del board di Burisma Holdings, il più grande produttore privato di gas in Ucraina, con sede a Limassol (Cipro) e quindi competitor nella gestione delle materie prime in quel Paese.

In sostanza, prima ancora delle eventuali pressioni indebite fatte al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Trump doveva fronteggiare due antagonisti nella stessa regione geografica per il controllo della produzione del gas, e vale a dire Putin e la holding di Hunter Biden.

I rischi di questo processo sono tanti,  ma si suddividono in conseguenze imminenti, di tipo strettamente giudiziario, e probabili effetti.

Se Trump verrà condannato – secondo la Costituzione americana la condanna deve essere approvata da una maggioranza dei due terzi dei voti –, scatterà subito la sua rimozione dall’incarico, la sua figura verrà danneggiata al tal punto da non avere più alcuna credibilità fra gli elettori statunitensi e nessuna riforma economica o espressione di forza militare potrà aiutare la sua corsa verso le elezioni presidenziali, che si terranno martedì 3 novembre 2020.

 

 

Rino Terracciano

giornalista praticante e curatore d'arte. Scrive per Masterx-IULM. Ha lavorato e collaborato con Accademie e Istituzioni museali come Académie de France à Rome, Accademia di Francia in Roma, Villa Medici; Museo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, Museo Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee Hermann Nitsch, Napoli.

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