Il massacro di Bucha è uno degli episodi più scellerati accaduti in questa guerra senza senso. Centinaia di civili morti, cadaveri con le mani legate e lasciati in strada, fosse comuni lunghe chilometri, donne stuprate. La cittadina a 60km da Kiev è stata occupata per oltre un mese dalle truppe russe. Un film dell’orrore, purtroppo, diventato realtà. Ora InformNapalm, gruppo di attivisti che informano sulle notizie della guerra, hanno reso pubbliche dati e immagini individuando i possibili responsabili del massacro. A comando del battaglione ci sarebbe il tenente colonello Omurekov Azatbek Asanbekovich che dirige l’unità “51460”: la 64esima brigata di artiglieria motorizzata arrivata in Ucraina dal villaggio di Knyaze-Volkonskoye, nel territorio di Chabarovsk, al confine con la Cina.
Zelenski: “Uno dei più grandi genocidi dalla Seconda Guerra Mondiale”
Gli attivisti sul loro canale Telegram hanno reso note le foto del sergente e i dati personali: compreso mail, numero di telefono e indirizzo di casa. Anche Anonymous ha rilanciato le informazioni probabilmente estrapolate dalla lista parziale di 120mila soldati impiegati in Ucraina.
Al momento si sa poco sull’esercito ritenuto colpevole della strage avvenuta a Bucha. Anche il presidente ucraino Zelenski ha raggiunto la città per osservare coi suoi occhi quanto accaduto: «Non erano militari, non avevano armi. Non ponevano alcuna minaccia. Quanti altri casi come questi ci sono ora nei territori occupati? Come possono essere diventati anche macellai? Hanno ucciso deliberatamente e con soddisfazione», ha detto il premier in un’intervista con la Cbs. «Si tratta della distruzione e dello sterminio di tutte queste nazionalità. Siamo cittadini ucraini e non vogliamo essere sottomessi alla politica della Federazione Russa. Questo è il motivo per cui veniamo distrutti e sterminati. E questo sta accadendo nell’Europa del 21esimo secolo».
«Uno dei più grandi genocidi dalla Seconda Guerra Mondiale», ha detto Zelenski. Da Mosca invece respingono ogni accusa, il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov l’ha definita: «Una messa in scena dell’Occidente operata con manomissione dei video e falsi filmati pubblicati online da Kiev».