Il debito pubblico italiano supera i 3.000 miliardi di euro: non era mai successo

L’ha reso noto Bankitalia. Il debito pubblico del nostro Paese ha superato a novembre scorso la soglia monstre di 3 mila miliardi di euro. Segnando rispetto al mese precedente un aumento di 23,9 miliardi, che porta alla cifra finale di 3.005,2 miliardi. La causa principale dell’aumento del debito delle amministrazioni pubbliche sarebbe imputabile all’effetto della crescita delle “disponibilità liquide del Tesoro“.

Record negativo per il debito pubblico

Il debito sovrano dell’Italia non è mai stato così alto, e le ragioni a cui è possibile ricondurre l’aumento sono molteplici. Ma tra queste c’è senz’altro l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, che sono cresciute da 20,9 miliardi a oltre 63 miliardi di euro. Oltre a questo, è da considerare anche l’incremento del fabbisogno delle amministrazioni pubbliche, che fa segnare un valore di +3,2 miliardi di euro. Ma tra le due motivazioni, la prima merita forse più attenzione, perché circa l’87% dell’aumento del debito è legata all’accumulo di liquidità del Tesoro. Ossia una sorta di “riserva” che il governo potrebbe utilizzare in futuro per coprire spese eccezionali oppure per onorare scadenze

La facciata del palazzo della Banca d’Italia

Ma perché l’aumento del Tesoro fa aumentare il debito pubblico? Perché il Tesoro accumula liquidità emettendo titoli di Stato – come BOT (buoni ordinari del tesoro) e BTP (buoni del tesoro poliennali), ma non solo – che vengono acquistati da investitori, banche o istituzioni. I fondi raccolti tramite l’emissione di questi titoli di Stato incrementano le disponibilità liquide del Tesoro, ma allo stesso tempo aumentano il debito pubblico, perché il governo assume un obbligo finanziario nei confronti dei sottoscrittori.

I commenti

Come riportato da Today.it, a commentare il dato è anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che ha definito il record come «un primato decisamente poco invidiabile. Che costituisce una zavorra per il nostro Paese e per le future generazioni» A contestualizzare meglio i dati arriva una nota di Bankitalia, che spiega come – dal punto di vista economico – ciò che è utile per valutare lo stato di salute delle finanze pubbliche di un paese non è tanto il debito pubblico in termini nominali, quanto il suo andamento in relazione alla capacità del paese di fare fronte a esso.

“Per questo motivo – si legge nella nota – solitamente il debito pubblico è espresso in rapporto al prodotto nominale (osservando il medio termine piuttosto che un intervallo temporale limitato). Solo per fare un esempio di una possibile discrepanza tra dinamica del debito in termini nominali e in rapporto al prodotto, in Italia nel triennio post-pandemico 2021-23 il debito nominale è aumentato di quasi 292 miliardi; in rapporto al Pil è sceso di oltre 19 punti percentuali“.

Articolo scritto da Riccardo Severino

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