Cresce il malessere e il disagio giovanile, lo dimostra l’indagine della Commissione parlamentare Infanzia e Adolescenza. Il 69% degli intervistati ha dichiarato di aver consumato alcol nel 2023, con una novità rispetto agli anni scorsi: le ragazze consumano alcolici in quantità maggiore rispetto ai maschi. Nella fascia dei giovanissimi (11-17 anni), il 16,5% ha bevuto almeno un alcolico nel corso dell’ultimo anno, con il 3,4% che ha l’abitudine al binge drinking, letteralmente “abbuffata alcolica”. Il fenomeno consiste nell’assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve.
Droghe e giovani
Aumenta anche il numero dei giovani che fanno uso di droghe: tra i 15 e i 19 anni quasi il 40% assume una sostanza stupefacente almeno una volta nella vita. Nel 2023 quasi il 35% dei ragazzi tra i 15 e i 17 anni ne ha fatto uso almeno una volta, il 4,5% le consuma abitualmente. La cannabis resta la droga più utilizzata, ma è in crescita l’assunzione di nuove sostanze psicoattive: fentanyl – un oppioide sintetico – la cocaina rosa e l’amnesia che è un composto di marijuana, metadone ed eroina. Lo studio parlamentare ha evidenziato come sia aumentato l’uso di droghe pesanti dopo la pandemia, in particolare di ecstasy e ketamina. Un incremento che si riflette anche nel campo penale: rispetto al 2022 sono cresciute del 10% le denunce per reati collegati alla droga.
Ludopatia, bullismo e violenza
C’è un aumento anche per le dipendenze legate al gioco di azzardo, al sesso virtuale e ai social network. Un triste dato è anche quello sul bullismo: è più frequente nella fascia 11-13 anni, il 30% ha detto di essere stato autore di atti di cyberbullismo, contro il 25% del 2018. Circa il 40% degli studenti ha partecipato a risse nel corso del 2023, più dell’8% ha avuto problemi con le forze dell’ordine. Collegata a quest’ultima informazione è la crescita del numero di minorenni nelle carceri.
Periferie e modello Caivano
Molti giovani che vivono queste condizioni provengono dalle periferie, alcuni di loro offrono manovalanza a basso costo alla criminalità organizzata, con una conseguente sfiducia verso le istituzioni, un abbandono scolastico e – come definito dagli assistenti sociali che hanno compilato il report – una crescita in una sorta di “deserto etico”, privo di riferimenti morali ed emotivi. La commissione parlamentare ha proposto varie soluzioni: un maggiore sostegno ai neogenitori, la stabilizzazione dello psicologo scolastico e lo sviluppo di progetti educativi tra coetanei.
Per le periferie il governo vuole estendere il “modello Caivano”, un approccio che secondo il sottosegretario Alfredo Mantovano aiuta i giovani a non cadere nel tunnel delle dipendenze e ad offrire prospettive di speranza concrete. Per la presidente della commissione e deputata di Noi Moderati Michela Vittoria Brambilla è importante un intervento sempre più precoce: «È necessario formare tutte le figure che per il bambino o per il ragazzo rappresentano a vario titolo un punto di riferimento».
A cura di Maria Sara Pagano