Grillo non ci sta. Dopo che domenica l’assemblea costituente del M5S ha deciso di eliminare il ruolo del garante con il 63,2% sì, l’elevato ha comunicato ai 5 Stelle la sua intenzione di far ripetere le votazioni. Si spera che questa volta il quorum necessario non venga raggiunto, probabilmente grazie a un appello all’astensione fatto dallo stesso Grillo.
La battaglia politica
Le intenzioni dell’ormai ex garante le spiega il Corriere della Sera, citando fonti interne ai sostenitori di Grillo: «Se i sì alla cacciata sono meno di 35 mila – dichiara un movimentista – devono trovare altri 10 mila votanti».
Infatti, per questo tipo di votazione, almeno il 50% più uno degli aventi diritto devono partecipare, e il garante ha il potere di richiederne la ripetizione. La replica di Giuseppe Conte alla decisione dell’ex comico non è fatta attendere: «Beppe Grillo ha appena avviato un estremo tentativo di sabotaggio – scrive su x – ha chiesto di rivotare, invocando una clausola feudale che si trascinava dal vecchio statuto. Insomma, è passato dalla democrazia diretta al “qui comando io” e se anche la maggioranza vota contro di me non conta niente». E conclude: «Potremmo contestare questa vecchia clausola, retaggio del passato e vincere con le nostre buone ragioni un contenzioso legale. Ma dobbiamo occuparci del Paese reale, a cui noi del Movimento vogliamo offrire soluzioni e battaglie da vincere, non capricci e beghe personali del fondatore. Il ruolo dell’azzeccagarbugli lo lascio quindi a Grillo».
Lo scontro sul logo
Dopo la decisione di rimuovere Grillo dal ruolo di garante, la battaglia tra movimentisti e contiani si sta spostando all’utilizzo del nome e del logo del Movimento. Lo spiega all’Adnkronos Enrico Maria Nadasi, cofondatore dell’associazione Movimento 5 Stelle 2013, proprietaria del simbolo dei 5 Stelle: «È opportuno che Conte adesso si faccia il suo simbolo, “Oz con i 22 mandati”, e lasci perdere quel simbolo lì. Il Movimento che abbiamo fondato non può essere stravolto. Se continua col simbolo del Movimento, si valuterà il da farsi». Sulla questione è intervenuto anche Danilo Toninelli: «Ci sarà una votazione in cui il legittimo proprietario del simbolo farà valere la propria posizione e si riprenderà il simbolo. Il sogno è stato calpestato ma non è definitivamente morto».
A cura di Chiara Bruello