Dopo che nei giorni scorsi sembrava ormai certa la partenza del Festival di Sanremo con un pubblico composto da sole coppie di figuranti, sono arrivate le dichiarazioni del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, a cambiare di nuovo le prospettive.
«Il Teatro Ariston di Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi, come ha chiarito ieri il ministro Roberto Speranza, il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile».
Il Teatro Ariston di #Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi, come ha chiarito ieri il ministro @robersperanza, il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile.
— Dario Franceschini (@dariofrance) January 28, 2021
Franceschini chiude ai figuranti dunque, seguendo la nota inviata ieri dal ministro Speranza al comitato tecnico scientifico. Dopo aver chiesto al Cts di predisporre in tempo utile un protocollo di sicurezza per gli artisti, infatti, il ministro della salute aveva ricordato che per gli spettacoli che si svolgono nelle sale teatrali, almeno fino al 5 marzo, valgono le norme contenute nel Dpcm attualmente in vigore, ovvero, durante lo svolgimento di spettacoli non è consentita la presenza di pubblico.
Giallo Dpcm
Tuttavia, la discussione si è aperta proprio su un passaggio controverso contenuto nel Dpcm citato dal ministro della salute, riguardante la presenza del pubblico durante gli spettacoli televisivi. Sullo stesso sito del governo del resto, nella sezione delle risposte ai dubbi relativi all’ultimo Dpcm, viene precisato che «alle trasmissioni televisive non si applica il divieto previsto per gli spettacoli, perché la presenza di pubblico in studio rappresenta soltanto un elemento coreografico o comunque strettamente funzionale alla trasmissione».
Il punto della questione è se il Festival di Sanremo rientri tra gli spettacoli teatrali come sostenuto dai ministri, o tra quelli televisivi come ritenuto dalla Rai.
La Rai non ci sta
A viale Mazzini, da dove nei giorni scorsi attraverso una nota stampa la Rai aveva assicurato il regolare svolgimento del Festival e il massimo rispetto di tutte le norme di sicurezza, sembrano non avere dubbi.
Ieri sera, infatti, durante la presentazione della trasmissione “Il Cantante Mascherato”, è intervenuto il direttore di Rai Uno, Stefano Coletta, per fare il punto della situazione: «Il Festival di Sanremo sarà un programma tv con tutti i protocolli previsti per un programma televisivo. A Sanremo andrà in onda uno show dall’Ariston protocollato come uno show televisivo. Sarà un programma tv con decisione condivisa con la Prefettura di Imperia. Sanremo sarà un polo industriale televisivo come avviene a Roma e a porte chiuse. Abbiamo ultimato i protocolli condivisi e lo stiamo facendo in sicurezza».
Codacons e Agis accusano la Rai
Chi invece pensa che quello della Rai sia solo un tentativo di aggirare i decreti e quindi si schiera dalla parte di Franceschini e Speranza è il Codacons: «Prima Speranza e poi Franceschini hanno accolto il nostro appello, bocciando l’ipotesi di figuranti come pubblico, – ha affermato il Presidente dell’associazione che difende i consumatori, Carlo Rienzi – un espediente che avrebbe creato discriminazioni rispetto agli altri teatri italiani e introdotto rischi altissimi sul fronte dei contagi, oltre a rappresentare uno spreco di soldi pubblici».
Sulla stessa linea Carlo Fontana, presidente dell’Agis, l’associazione generale dello spettacolo: «Sottoscriviamo le parole del ministro Franceschini, che si è fatto interprete dell’opinione della stragrande maggioranza degli operatori, degli artisti e dei lavoratori dello spettacolo, – ha rilevato Fontana in una nota – sarebbe gravissimo accettare ogni tipo di espediente, quando invece la vera e propria battaglia è quella di adottare soluzioni, che ci auguriamo arrivino presto, per una celere e definitiva riapertura di tutti i cinema e teatri».
Amadeus balla
La pensa diversamente, invece, Lucio Presta, il manager di Amadeus che su Twitter ha scritto: «Governo caduto, ristori non approvati, recovery in alto mare, mancanza di vaccini, economia a pezzi e vedo ministri importanti, giornalisti importanti, parlare solo di Sanremo e figuranti. Ora capisco perché un grande Paese come il nostro è a rotoli».
Governo caduto, ristori non approvati, recovery in alto mare, mancanza di vaccini, economia a pezzi e vedo ministri importanti, giornalisti importanti, parlare solo di Sanremo e figuranti. Ora capisco perché un grande Paese come il Ns é a rotoli. #Inadeguati
— ellepi_one (@PrestaLucio) January 28, 2021
E a questo punto sembra essere in discussione la stessa presenza di Amadeus al Festival. Il conduttore della Rai, infatti, non ha ancora rilasciato dichiarazioni, ma pare che i continui cambiamenti di programma stiano portando sia lui che Fiorello a valutare l’ipotesi di rinunciare alla conduzione di un Festival di Sanremo che, ancor prima di essere iniziato, sta già facendo discutere.