Maltrattamenti e abusi sessuali verso 25 pazienti psichiatrici. Con queste accuse martedì 24 gennaio 15 operatori sanitari sono stati arrestati, a seguito di un’indagine avvenuta nell’area Ortofrenica dell’ex struttura “Opera Don Uva” di Foggia. Altri 15 sono stati raggiunti da misure cautelari, come l’obbligo di dimora e divieto di avvicinamento alle vittime. È l’ennesimo episodio di malasanità in Italia.
Chi sono i presunti colpevoli
«Uno scenario agghiacciante», così lo descrive il gip Marialuisa Bencivenga. La vicenda ha coinvolto 30 operatori sanitari tra infermieri, Oss, educatori professionali e ausiliari. Sette sono già in carcere, otto ai domiciliari, mentre i restanti 15 sono momentaneamente sottoposti agli arresti domiciliari e al divieto di avvicinamento alle vittime. Nei prossimi giorni saranno sottoposti a interrogatori di garanzia.
L’indagine era iniziata la scorsa estate ed è stata condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo e del Nas sotto il coordinamento della Procura di Foggia. C’è anche l’accusa di favoreggiamento personale perché alcuni degli indagati avrebbero tentato di cercare e rimuovere microspie e telecamere installate nella struttura dalle forze dell’ordine.
Il racconto delle violenze
Come si vede nel video pubblicato da “Blitz Tv”, gli operatori della struttura coinvolti negli abusi avrebbero rinchiuso le pazienti nelle loro stanze legandole ai letti e alle sedie con le loro stesse lenzuola. Umiliazioni, vessazioni fisiche e minacce verbali. Oltre ai filmati che riprendono due abusi sessuali.
Dei circa 150 pazienti presenti nell’area Ortofrenica, 25 sono le vittime accertate. Tutte donne di età compresa tra i 40 e i 60 anni. Venivano quotidianamente afferrate per i capelli, per il corpo, colpite al volto con schiaffi e pugni e trascinate lungo i corridoi. I crimini sono aggravati dallo stato di disabilità mentale e inferiorità fisica dei pazienti.
La difesa della struttura ospedaliera
«Abbiamo provveduto alla sospensione di tutte le persone coinvolte – ha chiarito l’a.d. di “Universo Salute” Luca Vigilante – procederemo ai licenziamenti laddove ci saranno gli estremi. Sin dal primo giorno la nostra amministrazione ha lavorato per la tutela dei pazienti chiedendo alle organizzazioni sindacali l’autorizzazione alle installazioni di telecamere anche nelle stanze. L’autorizzazione ci venne concesse solo in alcune zone, per giunta note a tutti i lavoratori». In effetti, nessuno dei vertici della struttura sanitaria risulta al momento indagato. La provincia di Foggia non è nuova a episodi di questo genere. Solo cinque mesi fa, in una RSA si era verificato un episodio simile.