«Liliana Segre non la sopporto. E anche voi, ragazzi, non fatevi fregare da questi personaggi che cercano solo pubblicità». È successo a Firenze, dove una professoressa della scuola media Mazzanti avrebbe rivolto queste parole ai suoi alunni. Il fatto risale proprio alla Giornata della Memoria, ma la notizia è stata diffusa il 31 gennaio dal quotidiano La Nazione. Stando a quanto ha riportato, i giovani studenti di seconda media sarebbero rimasti molto sorpresi dalle parole dell’insegnante. Alcuni di loro avrebbero anche provato a dire qualcosa, ma la docente non avrebbe ammesso repliche, continuando a scagliarsi contro la testimone della Shoah. La Senatrice a vita, già vittima in passato di minacce e frasi d’odio, da qualche tempo è costretta a girare con la scorta.
«Anche mio nonno è stato in un campo di concentramento», avrebbe aggiunto la docente, secondo quanto riportato dagli allievi «ma non è certo andato in giro a dirlo a tutti. E ora voi non andate a casa a dire ai vostri genitori che sono nazista e antisemita».
E invece i ragazzini, quasi tutti dodicenni, hanno ignorato la richiesta e dopo la scuola hanno raccontato tutto ai genitori. «Erano sconcertati. È vero che sono molto giovani, ma non sono degli sprovveduti e sanno bene cos’è stato l’Olocausto e quante morti assurde ha provocato», ha raccontato una mamma. La donna ha poi aggiunto: «Non è possibile che questa persona, tra l’altro non nuova a certe esternazioni, tiri fuori certe opinioni a scuola. In più, a quanto pare, sembra che abbia anche tessuto le lodi di Mussolini».
La vicenda non si è ancora conclusa. I genitori hanno deciso di protestare con la dirigenza dell’istituto, organizzandosi tramite una chat di WhatsApp che utilizzano per le questioni riguardanti la classe. All’insegnante, messa alle strette, non è rimasto altro da fare che chiedere scusa.