«Ho deciso che Giulia doveva sapere». Queste le parole di Allegra Cerea, la donna con cui Alessandro Impagnatiello aveva una relazione parallela. Reo confesso del femminicidio della compagna Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate nella sua abitazione, il 27 maggio scorso, Impagnatiello assiste alle deposizioni mantenendo il capo chino tutto il tempo. Se non quando viene proiettato un video di Giulia. Durante l’udienza, la prima a testimoniare dinanzi ai giudici della Corte d’Assise è A.C., nascosta da un paravento. Seguiranno poi la madre di Giulia e due membri della famiglia Impagnatiello, il fratello di Alessandro, Omar e la madre Sabrina.
L’altra donna
Dall’amicizia alla gravidanza
A.C. inizia la sua deposizione nascosta da un paravento. Durante la testimonianza, però, chiede di rimuoverlo. E almeno in due occasioni incrocia lo sguardo di Impagnatiello, seduto a pochi metri nel gabbiotto degli imputati. Allegra si interrompe più volte a causa dell’emozione. Risulta visibilmente agitata e, durante la deposizione, gioca insistentemente con una ciocca di capelli. La giovane chiede perfino di poter lasciare momentaneamente l’aula quando viene fatto ascoltare uno scambio di audio tra lei e vittima. È al suo rientro che lo sguardo si incrocia con l’imputato e da quel momento il paravento viene rimosso.
Il racconto parte dal primo incontro con Impagnatiello, conosciuto sul lavoro all’Armani Hotel. «Ho conosciuto Alessandro a giugno del 2022, ma abbiamo iniziato una frequentazione solo qualche mese più tardi, a settembre. All’inizio sapevo che era fidanzato ma verso dicembre mi ha detto di aver lasciato Giulia». Il rapporto diventa serio e a gennaio 2023, Allegra Cerea scopre di essere incinta. «Ho deciso io di abortire perché non stavo bene e io per questo, comunque, ci soffro ancora» aggiunge la ragazza, tra le lacrime.
Le bugie continue
La deposizione continua con un resoconto delle bugie raccontate. «Mi aveva detto di essere partito da solo per Ibiza. Poi ho trovato le foto della vacanza nel suo tablet e ho visto che Giulia era incinta. Mi disse subito che il bambino non era suo» Impagnatiello avrebbe, infatti, raccontato che Giulia era rimasta incinta dopo un rapporto occasionale con uno sconosciuto a Napoli. Che era mentalmente instabile e che lui voleva solo starle vicino.
Una narrazione, cui la teste sceglie di credere quando Impagnatiello mostra anche un test del DNA. Almeno fino al giorno in cui non realizza che si trattava di un documento falso. «Mi aveva già mentito e non volevo essere ingannata di nuovo. Quindi decido che anche Giulia doveva sapere”. A quel punto Allegra racconta di aver lasciato di proposito un rossetto nell’auto di Impagnatiello, così che Giulia lo potesse trovare. Nel frattempo finge che tutto vada bene con Alessandro e lui, come si vede in un video proiettato e girato dalla stessa Cerea nel giorno del suo compleanno, il 20 maggio 2023, si augura «di essere ufficialmente fidanzato con Allegra entro settembre».
L’incontro con Giulia
La bolla di menzogne esplode. Attorno al 24 maggio, Allegra rivela di essere a conoscenza della verità e Impagnatiello, continuando a negare, propone anche di chiamare Giulia per avere conferme. Una provocazione che viene subito accolta. Le due giovani donne concordano di vedersi fuori dall’Armani hotel. Si racconta le loro vite parallele. E continuano a discutere anche per messaggio.
«Adesso perderà tutto, te lo giuro su mio figlio. Sappi che lui nega fino alla morte quindi caccia tutte le prove che hai». Si sente la voce di Giulia Tramontano in aula. E continua, facendo riferimento al giorno del compleanno di Allegra: «Pur di venire alla tua festa, mi ha fatto ricevere i mobili per la cameretta del bambino da sola. Io non riuscivo a spostarli. Mi ha detto che andava a una grigliata. Che pezzo di m…».
La testimonianza arriva fino alla sera del 27 maggio quando Impagnatiello, che aveva già ucciso Giulia, tenta di entrare anche in casa della 23enne, che non gli apre e gli parla dalla finestra. Aveva “paura” di lui, come aveva già messo a verbale, ed era «preoccupata per Giulia», mentre lui era «molto agitato». Secondo gli inquirenti, quella sera, avrebbe potuto uccidere un’altra volta.
La mamma di Giulia
Le prime impressioni
«Io e mio marito non stiamo bene. Non dormiamo, non usciamo e non abbiamo più una vita. All’inizio non riuscivo a guardare i bambini, mi dava proprio uno scompenso». La mamma di Giulia, Loredana Femiano, è distrutta dal dolore, ma siede fiera. Con voce decisa ripercorre i primi passi della relazione di Giulia con quello che, due anni dopo, confesserà di averla uccisa: «Alessandro mi aveva fatto una buona impressione».
I due si frequentano già da mesi quando, su iniziativa di Impagnatiello stesso, lui incontra dal vivo la famiglia di lei: «Era il 10 dicembre 2021. È stato lui ad insistere per conoscere di persona tutta la mia famiglia, sorelle e nipoti compresi. Quel giorno ha detto di volere un figlio da Giulia entro il 2022».
L’impressione che l’uomo lascia alla madre della vittima, quel giorno, è positiva: «mi è sembrato una persona normalissima. Un padre presente e amorevole con il figlio che, tra l’altro, ha subito presentato a Giulia». Nessun campanello d’allarme, nessun problema tra i due. O almeno, non fino alla gravidanza della ragazza.
Veleno e dissapori
Alla scoperta del suo stato interessante, Giulia chiama in lacrime sua madre, «lacrime di gioia» precisa la Signora Femiano. È impaurita e non si sente pronta, ma è felice. Imagnatiello, però, non lo è, fin da subito dichiara di non volere il bambino. Poi, dopo qualche giorno ritratta e Giulia ritorna serena. Pochi giorni dopo, un nuovo dietro-front, Impagnatiello parla al telefono con la madre della compagna: «Se mi lascia e torna a Napoli – mi ha detto – non vedrò mai più mio figlio. Come faccio? Io un figlio non lo voglio», così riferisce la signora Femiano che aggiunge: «Per me è inconcepibile dire queste cose quando stai progettando un futuro con qualcuno». Quello stesso giorno, Impagnatiello infligge a Giulia un’altra ferita: le confessa di avere un’altra.
La ragazza è distrutta, decide di tornare dalla famiglia per qualche giorno, dove cerca di staccare e di distrarsi. In quei giorni, Giulia non sta bene fisicamente «Spossatezza, bruciori di stomaco, insonnia… Aveva questi sintomi già da un po’, ma abbiamo sempre pensato forse per via della gravidanza». Questi malori, però, non erano causati da una gestazione particolarmente tribolata, bensì dal veleno per topi che Impagnatiello aveva deciso di comprare e di somministrare a Giulia. A questo punto viene mostrata in aula una chat Whatsapp tra la ragazza e sua madre: la prima, già a dicembre 2022, lamentava di sentire un forte odore di ammoniaca provenire dall’acqua, ma solo da quella in bottiglia.
La calma apparente
Giulia torna a casa da Napoli il 12 febbraio, giorno in cui Impagnatiello la va a prendere all’aeroporto e mentre l’aspetta ordina del cloroformio. Giorno, però, in cui ritratta anche tutto: non era vero, lui un’altra donna non l’aveva mai avuta. Nelle settimane successive i due si riappacificano e organizzano una vacanza ad Ibiza. Da quel momento in avanti, Giulia non riferisce più alla mamma di problemi tra lei e Impagnatiello.
A marzo nella villetta di Senago si tiene il babyshower per il piccolo Thiago: Giulia è circondata dall’affetto di amici e parenti. I suoi famigliari partecipano in videochiamata, mentre è presente la famiglia Impagnatiello. Il video della festa viene mostrato in aula e, per la prima volta durante tutta l’udienza, l’imputato alza il capo e fissa lo sguardo sul monitor. Guarda tutto il video, poi riabbassa la testa e singhiozza per qualche secondo prima di riassumere la solita posizione, chinata in avanti, a guardare in basso.
Il giorno dell’omicidio
Il racconto della signora Femiano giunge, poi, al mese di maggio. Manca, sempre meno alla nascita di Thiago e Giulia è sempre più presa dai preparativi. Il 27 maggio, il giorno in cui sarà uccisa, la ragazza è in giro a fare shopping per il bambino, mentre chatta quasi in tempo reale con la madre, mostrandole gli acquisti. L’ultimo messaggio che si scambiano è alle 13. Di lì a poco Giulia avrebbe parlato con Allegra, poi l’avrebbe incontrata e sarebbe tornata a casa per confrontarsi con Impagnatiello.
Quando alle 19,30, la signora Femiano non ha ancora ricevuto nessun altro messaggio dalla figlia, inizia a preoccuparsi e la ricontatta. Riceve in risposta un paio di messaggi: «Ho discusso con ale, ma tutto bene non ti preoccupare» e «Madre, ora sono stanca e vado a riposare». Spesso Giulia la chiama così, questo soprannome è un gioco tra di loro e tranquillizza un po’ la signora Femiano. Almeno fino alla mattina, quando Giulia salta la tradizionale videochiamata della domenica e l’ultimo accesso sulla sua chat di whatsapp risale alla sera prima.
Alle 19 riceve una chiamata: è Impagnatiello che la contatta dalla caserma chiedendole se sa dov’è Giulia: «ha scoperto di una mia relazione con un altra donna». La madre della ragazza gli attacca il telefono in faccia. Insieme al marito aspettano fino all’ultimo aereo e all’ultimo treno Milano-Napoli, poi salgono in macchina e si mettono in viaggio verso Senago.
La scena del crimine e le ricerche
La mattina dopo sono in caserma, il comandante chiede alla signora Femiano i documenti di sua figlia. Lei allora contatta la mamma di Impagnatiello – che nel frattempo è al lavoro – e insieme entrano nell’appartamento per reperire ciò che serve per le indagini. Una volta entrate, però, la casa appare sottosopra: «Era davvero in disordine, le sedie erano appoggiate sul tavolo, ribaltate al contrario. La televisione aveva degli aloni da pulizia sbagliata. Ricordo di aver pensato che fosse strano, avevo appena suggerito a Giulia come pulirla». Anche il tappeto era in posizione insolita, non era sotto al divano «Giulia voleva lavarlo, sapevo com’era posizionato perché le avevo suggerito, qualche giorno prima, di aspettare. Era incinta e non poteva spostarlo da sola».
La signora Femiano, inoltre, sottolinea in aula come solo la sua famiglia si sarebbe operata nelle ricerche, stampando e distribuendo volantini e pattugliando le strade. Niente di tutto questo sarebbe stato fatto dalla famiglia Impagnatiello. Alla fine della sua testimonianza, la mamma di Giulia lancia un appello: «la macchina che ha trasportato il corpo di mia figlia è stata acquistata dalla moglie del fratello dell’imputato. Chiedo che mi sia restituita, non posso sopportare il pensiero che continui a circolare».
La madre e il fratello di Impagnatiello
Il rapporto con Giulia
Nel pomeriggio si sono susseguite le testimonianze della madre e del fratello dell’imputato. Inizia Sabrina Polis. Racconta il suo legame con Giulia, come si erano conosciute, e descrive il rapporto tra la ragazza e Impagnatiello: «Erano bellissimi da vedere». Anche il fratello Omar racconta quanto fosse legato alla ragazza: «Si confidava con me, mi parlava delle sue cose, sapeva che nel momento del bisogno io c’ero».
Un bellissimo rapporto, quello della coppia, destinato però a incrinarsi con la gravidanza di Giulia. Alessandro, a novembre 2022, aveva infatti confidato al fratello di essersi invaghito di un’altra ragazza, salvo poi riconfermare il suo amore per Giulia.
Sabrina racconta che il figlio non voleva tenere il bambino, che avrebbe preferito aspettare. Poi i ripensamenti, quando Giulia già si trovava in consultorio per abortire. Nonostante questi problemi fossero stati risolti, anche grazie alla famiglia Impagnatiello, a Giulia cominciano a nascere i dubbi su un possibile tradimento del compagno.
La scoperta del tradimento
Ai giudici la madre racconta: «Giulia aveva chiamato a casa di mio figlio maggiore. Mi aveva raccontato di essere stata contattata dall’amante di mio figlio Alessandro e mi aveva spiegato cosa le aveva detto. Io sono corsa subito da lei e l’avevo trovata che guardava i video dell’altra donna. Giulia voleva ascoltarla». Il 27 maggio, Giulia va a Milano per incontrare Allegra. Sabrina la accompagna fino alla fermata della metro e la va a riprendere. Quella sera «avevo invitato Giulia da me a cena, per tranquillizzarla, ma lei voleva preparare la borsa, diceva che ce la poteva fare. Mi aveva detto che voleva lasciare mio figlio, ma anche di non preoccuparmi, perché noi saremmo stati sempre i nonni», riferisce la madre di Alessandro.
La sera del 27 maggio, anche a Sabrina, così come ad Allegra, era arrivato un messaggio che doveva rassicurare, in cui Giulia diceva di voler riposare. Il 28 mattina, dopo aver notato che a Giulia non arrivavano i messaggi e dopo la telefonata preoccupata della madre della ragazza per lo stesso motivo, Sabrina era corsa all’appartamento dei due, pronta a trovarsi di fronte una scena raccapricciante, spaventata dall’idea che Giulia potesse aver compiuto un atto estremo.
Stranezze e avvisaglie
Dopo un primo giro della casa, dove aveva notato la borsa di Giulia, e un tentato controllo del box, che non si era però aperto, la madre di Impagnatiello aveva deciso di recarsi dai carabinieri. Lì era stata raggiunta dal figlio. Sulle scale di casa aveva notato delle gocce di sangue, «sarà di un insetto», aveva commentato Alessandro schifato. Nonostante alcune avvisaglie, la donna dice di non aver mai pensato male di suo figlio.
Si era insospettita quando aveva riconosciuto l’odore di benzina nella macchina di lui, così come quando le era stato chiesto di non menzionare il box nell’elenco delle pertinenze della casa. Ma si era tranquillizzata perché il suo primogenito Omar le aveva detto che lì Alessandro teneva delle piantine di marijuana che non voleva che i carabinieri trovassero.
Omar racconta che Alessandro era molto disponibile, il suo atteggiamento non destava dubbi. «L’unica cosa che mi aveva lasciato perplesso era stato il lunedì dopo la denuncia: ero andato a trovare mio fratello e lui mi aveva detto che voleva andare a sistemare il garage, mi sono offerto di aiutarlo e lui, con insistenza, mi aveva detto di no. Dopo 25 minuti Alessandro non tornava e allora sono andato giù. L’ho trovato che stava spazzando ed era molto sudato e agitato. Avevo notato un odore di bruciato intenso e particolare che lui ha attribuito alla plastica di una lampada nell’armadio» conclude il fratello.
Infine, la testimonianza di una suocera con un rapporto strettissimo con la nuora, una quasi nonna pronta ad abbracciare il nipotino, e una madre che non riconosce più suo figlio, termina: «Vorrei morire io. Ho perso Giulia, mio nipote Thiago e, in modo diverso, mio figlio».