Femminicidio Tramontano, la ricostruzione degli eventi e l’ipotesi premeditazione

Lunedì 12 febbraio si è tenuta la seconda udienza del processo a Alessandro Impagnatiello, barman 31enne di Paderno Dugnano, reo confesso dell’omicidio di Giulia Tramontano. Cinque mesi prima, l’imputato aveva cercato su internet “veleno per topi in gravidanza”. Tre mesi prima, aveva acquistato il cloroformio. Questo è quanto emerso da un’udienza di particolare impatto che ha provocato reazioni forti in tutti i presenti e in Impagnatiello stesso.

La denuncia di scomparsa

Era il 27 maggio 2023, quando Alessandro Impagnatiello, si era recato dai Carabinieri di Senago per sporgere una denuncia di scomparsa della fidanzata Giulia Tramontano. Un allontanamento che il 31enne definisce volontario, in seguito alla scoperta del tradimento con la collega Allegra Cerea. Una denuncia depositata dopo una giornata di messaggi inviati da Impagnatiello a Giulia, senza però nessuna risposta.
Il comandane della stazione dei Carabinieri di Senago, Antonio Caretti, lo definisce agitato. Impagnatiello ha dichiarato alle forze dell’ordine: “La discussione è stata pacifica. Giulia mi ha detto che avrebbe portato avanti la gravidanza da sola e che non sarebbe tornata a Napoli”.

L’odore di benzina e il veleno per topi

Fu Impagnatiello stesso, con la sua auto, a portare il comandante a fare il sopralluogo nell’appartamento. In auto, Caretti sente un forte odore di benzina provenire dal bagagliaio. Odore che Impagnatiello giustifica dicendo che spesso, quando va a fare rifornimento, capita che il distributore eroghi più benzina di quanta stia nel serbatoio. Per questo ha sempre con sé delle bottiglie da riempire. Bottiglie che, proprio quel giorno, dice che si fossero rovesciate.

Arrivati all’appartamento, trovano ad aspettarli la madre e il fratello di Impagnatiello. Le prime ricerche si limiteranno alla casa e alla cantina, uniche pertinenze dichiarate dai tre. Verrà così escluso il box dove, presumibilmente, giaceva già il corpo senza vita di Giulia.

È appena finito il ciclo della lavatrice, gli abiti sono bagnati. Permane forte l’odore di benzina che il comandante capisce provenire dallo zaino di Impagnatiello, che viene svuotato. Al suo interno guanti di lattice, biancheria sporca e una busta di plastica aperta contenente due pasticche di veleno per topi. Un veleno che lui dice di aver acquistato per debellare dei topi in una piazzetta dove va a fumare spinelli quando esce da lavoro.

Il crollo di Impagnatiello

Ma questa è tutta una messa in scena. Nella notte tra il 28 e il 29 maggio, quando cominciano le prime ricerche, Giulia è già senza vita da più di 24 ore. Messaggi inscenati, quelli del 31enne alla fidanzata, ma anche quelli inviati la sera dell’omicidio dal cellulare della vittima in risposta alla preoccupazione di Allegra Cerea. Tra le due si legge prima una conversazione solidale. Dopo le 19 di sabato 27 maggio, il tono di Giulia si fa più freddo, volto a rassicurare Allegra e a chiudere la loro conversazione.

Sono troppe bugie da mantenere per Impagnatiello. Il 31 maggio crolla e confessa l’omicidio della fidanzata e di Thiago, il figlio che la giovane portava in grembo da ormai 7 mesi.

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Giulia Tramontano

37 coltellate, inferte con uno dei coltelli ritrovato in un ceppo nella cucina dell’appartamento di via Novella.

Rivela agli inquirenti il luogo dove ha occultato il cadavere di Giulia: un anfratto vicino a dei box a cielo aperto. Lì Giulia giace avvolta da dei sacchi gialli di plastica trovati anche nell’appartamento. Le immagini del cadavere sono state mostrate oggi per la prima volta in aula. Immagini forti che hanno provocato reazioni forti in tutti presenti e in Impagnatiello stesso. Sono infatti bastati i pochi attimi in cui l’immagine è stata mostrata, a provocare lo sgomento del 31enne. Da lì in poi l’imputato non ha più alzato lo sguardo per l’intero processo, mostrandosi provato tra pianto e tremore.

Le ricerche online

Tra le aggravanti contestate a Impagnatiello anche quella della premeditazione. Durante l’udienza sono infatti emersi diversi fatti a sostegno di questa ipotesi. A seguito del ritrovamento del veleno per topi, i carabinieri di Senago hanno effettuato una ricerca sui suoi dispositivi a partire dalla parola “topicida”. Impagnatiello inizia a cercare su Google gli effetti del veleno sulle donne in gravidanza, a partire già da dicembre 2022. Le ricerche si ripetono nel gennaio 2023 e, successivamente, a maggio quando Giulia viene uccisa. Il tossicologico eseguito sul corpo della donna e sul feto risulta positivo al topicida. Ed è per questo che Impagnatiello è anche accusato di interruzione volontaria di gravidanza.

Il 5 febbraio 2023 Giulia Tramontano sta tornando da Napoli. Impagnatiello la aspetta all’aeroporto e, nel frattempo, ordina del cloroformio. Il composto chimico in genere non si può comprare liberamente, ma l’imputato riesce comunque ad ordinarlo sotto falso nome.

Il giorno del delitto, poco prima del rientro a casa di Giulia Tramontano intorno alle 19, Impagnatiello cerca online “ceramica bruciata vasca da bagno”. Nei giorni successivi all’omicidio, tenterà più volte di bruciare il corpo della donna. Dapprima nel box auto, poi nella vasca. Il 29 sono state infatti ritrovate delle tracce di cenere una vicina nella zona tra i box e la cantina. Il 30 un addetto alle pulizie trova gli stessi residui sulle scale. A margine dell’udienza le avvocate della difesa sottolineano come, le ricerche effettuate precedentemente all’omicidio da Impagnatiello, siano ancora da approfondire.

Le tracce ematiche

Durante i rilievi nella casa di via Novella, il Luminol – un composto chimico utilizzato per rilevare il sangue – evidenzia la presenza di tracce ematiche disposte in modo inusuale. Sono state, infatti, riscontrate, solo sotto il tappeto e non sopra. Il divano, disposto lì vicino durante la prima ispezione del comandante Antonio Caretti, non presenta, invece nessuna traccia di sangue. Tutto questo fa pensare a una disposizione dei mobili e dell’arredamento preparata appositamente prima del delitto per lasciare meno tracce possibili.

La linea della difesa

Le prossime udienze si terranno il 7 e il 21 marzo. Torneranno ad essere presenti i famigliari di Giulia Tramontano, oggi assenti a causa delle immagini forti mostrate a processo. Ancora da chiarire la possibilità di chiedere una perizia psichiatrica da parte della difesa. L’obiettivo è chiarire la capacità di intendere e di volere di Impagnatiello e la eventuale impunibilità. Questa è la strategia delle avvocate dell’imputato per scongiurare l’ergastolo. Inevitabile se dovessero essere confermate le aggravanti di crudeltà, premeditazione, futili motivi e vincolo affettivo. Tuttavia, nel passato di Impagnatiello non risulta alcun tipo di precedente o problema psichiatrico.

 

Elena Betti

Classe 2001, Laureata in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione all'Università di Pisa

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