Un corpo di 60.000 volontari (o qualcosa di più, come dichiarato dal viceministro della Salute Pierpaolo Sileri) utili allo svolgimento di compiti di sorveglianza e pubblica utilità durante la fase 2 dell’emergenza coronavirus. Ecco chi sono gli assistenti civici ipotizzati dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia. Ben accolti dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani ma criticati dall’opposizione e anche dalla stessa maggioranza.
Chi può diventare assistente civico?
Il bando che verrà pubblicato dalla Protezione Civile, come spiegato da Boccia e dal Presidente di ANCI Antonio Decaro, non sarà rivolto a tutti i cittadini ma a determinate categorie: inoccupati, lavoratori in cassa integrazione, pensionati e percettori del reddito di cittadinanza. Non ci sono quindi requisiti di età ma solo occupazionali.
Cosa faranno gli assistenti civici?
Rispetto a ciò che si prospettava in prima battuta, gli assistenti civici non avranno compiti di vigilanza sul rispetto delle regole sanitarie ma avranno una funzione di pubblica utilità. A chiarire questo aspetto è stata una riunione tra il ministro Boccia, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo che attraverso una nota diffuso dal governo hanno specificato che «la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia». Antonio Decaro ha parlato di un nuovo bando per dare una mano a coloro che nel corso dell’emergenza «hanno aiutato a consegnare la spesa o i medicinali a chi non poteva uscire di casa e che in questa nuova fase stanno facilitando gli accessi contingentati ai parchi e ai mercati o che alla riapertura delle spiagge potranno spiegare le regole per l’accesso.» Gli assistenti civici daranno il loro contributo a titolo gratuito per non più di 16 ore settimanali e per un massimo di tre giorni a settimana in base alla richiesta del comune di appartenenza. L’Inail garantirà la tutela in caso di infortunio sul lavoro.
Le polemiche
Questo progetto ha attirato molte critiche. Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini hanno infatti chiesto chiarimenti al premier e proprio Lamorgese ha dichiarato che il ministero dell’Interno non si sarebbe occupato della gestione e della formazione degli assistenti civici. Anche nella maggioranza si è registrato qualche parere in contrasto rispetto alla proposta del ministro Boccia: Matteo Renzi e Matteo Orfini si sono espressi negativamente contro l’iniziativa. Boccia ha comunque chiarito che «non c’è mai stata nessuna guardia civile, nessuna ronda, nessun esercito – ma solo – volontari per finalità sociali che regalano tempo al proprio comune di appartenenza», ad aggiungersi alle parole di Boccia anche Decaro che ha chiarito che gli assistenti civici «svolgeranno le attività che i volontari hanno svolto in questi mesi tenendo in piedi le nostre comunità. Il bando serve a trovarne di nuovi, visto che molti di coloro che si sono prestati nel primo periodo di emergenza non hanno più la stessa disponibilità nel tempo.» Nessun volontario, quindi, con dei compiti in parte simili a quelli delle forze di polizia che molti cittadini ritenevano preoccupante.