Eni ha presentato un piano d’azione di medio termine e uno strategico sul lungo periodo, entrambi nell’ottica di un futuro più green e sostenibile.
This is the new Eni. Our roadmap to 2050 introduces a new dimension in today’s fast changing energy market: sustained economic returns, while focusing on driving down climate transition risk, for the benefit of all our stakeholders. #EniStrategy pic.twitter.com/RzQ6EKSxCF
— eni.com (@eni) February 28, 2020
Il piano per il 2020-2023
Il colosso petrolifero italiano, per il quadriennio 2020-2023, ha previsto investimenti per circa 32 miliardi di euro.
Gli ampliamenti per l’upstream, ovvero tutti quei processi che danno il via all’attività di produzione di petrolio e gas naturale e che rappresentano il 74% del totale, saranno diversificati in termini geografici, grazie agli sviluppi in Africa, Medio Oriente, Norvegia e Messico, con l’obiettivo di incrementare la produzione fino al 3,5% nel 2025.
Agli azionisti, Eni consegnerà una cedola in crescita a 0,89 euro per azione. La compagnia ha previsto inoltre una politica di remunerazione progressiva sostenuta grazie a una manovra di buypack – il riacquisto di azioni già proprie – da 400 milioni per il 2020.
Sulle energie rinnovabili, la strategia mira alla realizzazione di 2,6 miliardi di investimenti, con lo sviluppo di nuove iniziative di economia circolare.
Il piano al 2050
Sul lungo termine invece, Eni ha previsto per il 2050 una riduzione delle emissioni di anidride carbonica dell’80%, sia dirette che indirette. Il processo sarà attuato tramite una metodologia totalmente nuova. Per quanto riguarda la raffinazione, verranno convertiti in maniera graduale quelli che sono i siti italiani. L’obiettivo è introdurre nuove tecnologie per la produzione di decarbonizzati da riciclo di scarti.
Actions to reduce our carbon footprint: increased share of gas in a decreasing upstream production; focus on equity gas products in G&P; conversion of existing European refineries into bio one; CCS projects and forestry. #EniStrategy pic.twitter.com/RWSWKdMuvN
— eni.com (@eni) February 28, 2020
Sempre entro il 2050, si punterà alla trasformazione delle stazioni di servizio in punti vendita di carburanti di nuova generazione.
Le reazioni dei mercati e il bilancio 2019 di Eni
I mercati, stando ai primi report diffusi dopo l’annuncio del colosso italiano, sembrano reagire con positività alle strategie future. Il piano a lungo termine infatti viene considerato un catalizzatore positivo per il titolo del gruppo. Intanto Eni ha diffuso anche i conti del 2019, con un bilancio non proprio positivo.
L’anno è stato chiuso con un utile netto rettificato in calo del 37%, mentre quello operativo scende del 24%. La produzione di idrocarburi è invece aumentata dell’1%, ora a 1,87 milioni di barili al giorno.
Un’impronta decisamente green quella che Eni vuole dare al suo futuro, soprattutto sul fronte delle rinnovabili. Il livello di sviluppo al 2050 dovrebbe superare i 55gigawatt.
Le raffinerie produrranno sempre più prodotti decarbonizzati e le tecnologie in campo chimico saranno applicate per garantire sostenibilità delle produzioni e riciclo dei materiali.
Our Refining business will evolve in the medium to long-term based upon 3 main pillars: bio-refining, the progressive conversion of our Italian sites and the Ruwais plant as the only traditional refinery running in the long term #EniStrategy pic.twitter.com/t6aZevfwGM
— eni.com (@eni) February 28, 2020
Le parole di Claudio Descalzi
L’amministratore delegato Eni Claudio Descalzi, ha parlato di un «passo fondamentale» per la compagnia: «Abbiamo disegnato l’evoluzione di Eni nei prossimi 30 anni, coniugando gli obiettivi di continuo sviluppo in un mercato dell’energia in forte evoluzione con una significativa riduzione dell’impronta carbonica» le parole di Descalzi che ha poi aggiunto: «Chi non sarà in grado di offrire prodotti sostenibili perderà clienti e non sarà in grado di crescere nel futuro».