Sulla scelta dei candidati alle prossime elezioni Regionali di primavera rimane la distanza nel centrodestra. La tensione tra la Lega e Fratelli d’Italia in questi giorni sta crescendo e le trattative per i candidati nelle sei Regioni attese al voto sono ancora in una fase di stallo.
Salvini, nell’ottica di una svolta più moderata e meno radicale, chiede agli alleati di coinvolgere «gente nuova, fresca e efficiente» e possibilmente proveniente dalla società civile. Un discorso che però nasconde una velata richiesta a Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi di mettere da parte i nomi proposti per la Puglia, la Campania, le Marche e la Toscana e ridiscuterli. Eppure il leader del Carroccio, nel parlare del rapporto con la Meloni, si è detto sicuro: «Noi non abbiamo competitor. Io non ambisco a rappresentare la destra radicale. Chi ha il 32% deve parlare a tutti».
Eppure a molti non sono andati giù gli ultimi episodi che hanno visto coinvolto Salvini. A partire dalla scelta di personalizzare le elezioni regionali in Emilia-Romagna. Ovvio che, se Lucia Borgonzoni, la candidata leghista scelta tra molti dubbi degli alleati, avesse trionfato nella roccaforte rossa per eccellenza, ora i discorsi sarebbero sicuramente diversi. Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno assecondato la Lega ma non hanno digerito la sconfitta, vista da molti come una sconfitta di Salvini per la forte impronta personale che ha dato alla campagna elettorale.
Le frizioni nascono ovviamente da più lontano. In un anno, infatti, Salvini è passato da fare un governo con i 5Stelle a farlo cadere, credendo fortemente di andare al voto mentre invece si è materializzato un nuovo esecutivo a tinte giallorosse con i grillini uniti al Pd. La Lega in questi giorni si sta interrogando sulla presunta mancanza di rapporti internazionali in grado di fortificare il Carroccio. Rapporti che sembra invece avere ben consolidati Giorgia Meloni, che intanto cresce nel gradimento degli italiani.
Gli accordi sulle regionali
Stando agli accordi, i candidati Regionali per le Marche e la Puglia andrebbero a Fratelli d’Italia, la Campania a Forza Italia e la Toscana alla Lega. Salvini si è espresso chiaramente sulla necessità di ridiscutere gli accordi e trovare nuovi candidati: «Non è necessario o sufficiente per essere un buon sindaco o un buon governatore avere una tessera. Ci stiamo impegnando per vedere se c’è gente nuova, coraggiosa e stimata che si vuole impegnare». Scelte civiche dunque, ma non è detto che la Meloni sia d’accordo.
In Puglia
Per la Puglia il candidato alle regionali rimane l’europarlamentare Raffaele Fitto, l’uomo che la Lega continua a non gradire. Il segretario pugliese del Carroccio Luigi D’Eramo in una nota aveva infatti parlato della necessità di un «rinnovamento». Ipotesi non contemplata però dalla Meloni, che su Fitto sembra non arretrare di un millimetro: «Salvini onori i patti e non sia aggressivo nei nostri confronti. Se vuole una regione del Sud si rivolga a Berlusconi e gli chieda la Campania». Il dibattito è aperto e continuerà nei prossimi giorni. L’ipotesi di una mediazione che portasse alla candidatura di Antonio Uricchio, ex rettore dell’Università di Bari, è stata intanto smentita sia da FdI che dalla Lega. Il Carroccio continua a chiedere un proprio candidato in Puglia: un’eventuale vittoria significherebbe confermare l’estensione nazionale della Lega.
In Campania
Da Forza Italia intanto osservano attentamente la situazione. Anche se nel duello sovranista sulle candidature Regionali, il partito di Silvio Berlusconi si conferma dalla parte di FdI. Non è una scelta casuale: difendere la Meloni sulla candidatura di Fitto in Puglia, significa blindare Stefano Caldoro, candidato Forza Italia in Campania. Soprattutto in vista del fatto che una delle opzioni della Lega sarebbe proprio quella di offrire la Campania a Fratelli d’Italia in cambio di un via libera in Puglia. Lasciando così la Toscana a Forza Italia, dove la sfida è sicuramente ardua e complicata.
In Veneto e nelle Marche
Il quadro rimane complicato. Tanto che la Lega non solo minaccia di correre da sola con Luca Zaia in Veneto, ma anche di non sostenere il candidato di FdI Francesco Acquaroli nelle Marche. Proprio lì dove finora non sembravano esserci dubbi.
L’unica cosa che sembra mettere tutti d’accordo è la vicinanza a Matteo Salvini sul caso Gregoretti. Intanto crescono i rischi per il leader del Carroccio, visto che al Senato è già arrivata un’ulteriore richiesta da parte della procura di Palermo, relativa alla vicenda marittima dell’Open Arms.