Decreto Sicurezza, il sì della Camera passa la fiducia

Il decreto legge sulla Sicurezza è passato all’aula della Camera. È successo martedì 27 maggio. A Montecitorio si sono registrati 201voti positivi, 117 negativi e 5 astensioni. Passa quindi la fiducia posta dal Governo su un decreto che da tempo riscalda la scena politica. Fortemente contrari i vertici dell’opposizione, che hanno definito il passaggio della legge un «giro di vite». Nonostante il dissenso manifestato soprattutto da Partito Democratico e Movimento5Stelle, le votazioni si sono svolte senza particolari disordini in aula. Ora, si attende che il decreto ritorni al Senato. Dove si avrà la seconda lettura e poi l’eventuale definitiva approvazione.

Il testo

Il contenuto del decreto è stato fortemente criticato in questi mesi. Si tratta di un testo che introduce 14 nuove fattispecie di reato e nove aggravanti. È una chiusura importante, quindi, che ha lo scopo principale di rendere più sicure le strade e le città del Paese. Tra questi si toccano il blocco stradale, diventato ormai uno dei mezzi principali dei manifestanti per il clima. Si inaspriscono le sanzioni per l’accattonaggio e le rapine agli anziani.

Oltre all’opposizione anche i cittadini sono rimasti sconvolti dal nuovo decreto. Ed ecco che, per sabato 31 maggio, è già indetta una manifestazione. Tra gli organizzatori, spronati da alcuni partiti di centro-sinistra, ci sono: la rete A Pieno Regime, Stop Rearm Europe, Per Gaza-No Guerra, alcuni collettivi universitari. Si temono scontri con le forze dell’ordine, visto che il decreto parla anche di presidi e cortei.

Le dichiarazioni

Tra gli applausi della maggioranza anche lo sconforto dell’opposizione. «Andiamo in direzione di uno stato repressivo», dice il volto del M5S Giuseppe Conte. Ma l’ex premier non è l’unico a intervenire. Dal PD si è levata la voce di Matteo Mauri, che ha definito le norme del decreto «inumane, liberticide e inutili».

Per Alleanza Verdi e Sinistra è intervenuto Filiberto Zaratti dicendo che la fiducia «la toglieranno i cittadini». La maggioranza ha ovviamente risposto. «Una risposta concreta alla domanda di sicurezza», ha detto Riccardo De Corato deputato di Fratelli d’Italia. Poi, conclude Raffaele Nevi da Forza Italia, «non è vero che si criminalizza il dissenso».

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

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