È ormai da aprile 2023 che il famoso Decreto flussi, il decreto che regola l’immigrazione in Italia dal 1998, ha visto una linea più stringente. Si è parlato moltissimo di immigrazione, soprattutto nei confronti di politiche europee che sembrano riluttanti all’ingresso di un numero spropositato di persone. Ma la linea stringente del decreto flussi ha causato diversi problemi nell’ambito dell’assistenza alla persona. Si tratta prevalentemente di colf e badanti che, ormai da anni, sono persone di nazionalità non italiana. Per questo motivo, il decreto permette alle famiglie italiane di procedere all’assunzione una colf, una badante o baby sitter che al momento si trova all’estero.
Il decreto
Nel decreto sono stati riservati 9.500 posti a cittadini non italiani addetti all’assistenza familiare. Questi potranno entrare nel nostro paese nel biennio 2024-2025 per un totale di 28.500 lavoratori. È un aspetto importante perché di colf e badanti regolarmente assunte e registrate in Italia se ne contano solo 900.000. Ma la verità è che le lavoratrici sono molte di più, semplicemente non vengono registrate.
Ci sono delle prerogative, o delle regole, alle quali le famiglie devono attenersi per procedere con la richiesta del decreto. Il primo requisito fondamentale è il reddito. Se si tratta di un datore di lavoro singolo il reddito minimo imponibile per poter fare la richiesta è di 20.000 euro annui, mentre se si tratta di un nucleo composto da due o più familiari il limite minimo del reddito imponibile sale a 27.000 euro. Il requisito decade se il datore è una persona non autosufficiente che presenta la domanda per una badante.
Nel settore domestico è possibile richiedere l’ingresso di un lavoratore sia a tempo determinato, che indeterminato, con un numero minimo di 20 ore settimanale e una retribuzione minima pari all’assegno sociale. In questo modo le lavoratrici potranno ottenere il permesso di soggiorno e diventare, così, lavoratrici regolari.
Il problema
Domina, l’Associazione dei datori di lavoro domestico, sostiene che la quota di 9.500 posti sia insufficiente. Gli ingressi generali consentiti sono stati 151.000, a fronte di 690.000 domande. Ma le richieste di colf e badanti hanno superato le 112.000. un numero davvero altissimo che conferma la centralità di queste persone nel settore del lavoro domestico.