Leggere è un bene prezioso, comprare i libri anche. Il 22 gennaio il centro analisi IPSOS e l’Associazione Italiana Editori (AIE) hanno pubblicato una ricerca congiunta sugli effetti della pirateria dei libri in Italia. Effettuata nel novembre 2019 su un campione di 5.000 casi, lo studio ha fatto emergere dati preoccupanti.
Ogni anno infatti, a causa dello scaricamento illegale di contenuti editoriali, la filiera perde il 23% dei propri ricavi complessivi, per una somma che ammonta a 528 milioni di Euro. All’interno di questa cifra è compresa una diminuzione stimata di 105 milioni per l’editoria universitaria, con 4 milioni di copie vendute in meno e una riduzione di 99 milioni per le banche dati professionali. Settori che in Italia già non navigano nell’oro. Se si passa poi a considerare i dati in relazione all’economia nazionale, la cifra più che raddoppia in valore assoluto: 1,3 miliardi all’anno, con 213 milioni di perdite per il fisco.
E naturalmente, alle perdite economiche si accompagnano le conseguenze deleterie per l’occupazione: 3.600 lavoratori in meno nel settore e un taglio di 8.800 posti allargando il risultato all’intero indotto.
Chi e quanto scarica illegalmente
Più di un italiano su tre con età superiore ai 15 anni (36%) ha compiuto almeno un atto di pirateria nell’ultimo anno. Percentuale che si amplia enormemente fra i professionisti, il 61%, e che tocca la soglia dell’80% negli studenti universitari. E più si legge, più si trasgredisce: ad essere interessati sono soprattutto i lettori giornalieri o settimanali di libri cartacei o di ebook e gli ascoltatori di podcast.
Tradotto in quantità, si parla di circa 300.000 azioni illegali al giorno, 107 milioni l’anno, che riguardano non solo copie di libri ma anche download di ebook e audiolibri. Eppure ai responsabili, pur consapevoli dell’illegalità, non sembra un gesto così grave leggere o scaricare gratuitamente contenuti a pagamento: per più di un terzo dei coinvolti si tratta di un’azione di poco o nessun conto.
A queste statistiche si accompagna un quadro non certo positivo, relativamente ai dati riguardanti la percentuale di popolazione abbonata a servizi editoriali digitali o di podcast. Sono appena il 15% fra chi ha 15 anni o più.
Abbozzare una spiegazione dei motivi per cui così tanti universitari decidono di non pagare il proprio materiale di studio, invece, non è così semplice. Se il costo dell’istruzione terziaria in Italia è difatti ben inferiore alla media europea, è però da sottolineare che gli stipendi medi dei neolaureati, sia triennali che magistrali, è tutt’altro che soddisfacente. È innegabile che questo potrebbe costituire per gli studenti motivo di persuasione a risparmiare la maggiore quota possibile di spese universitarie. E quindi a compiere atti di pirateria.
Una possibile alternativa: Perlego, la “spotify dei libri universitari”
Una possibile soluzione al problema potrebbe venire da Perlego, start up londinese fondata nel gennaio del 2017, da Oliviero Muzi Falconi e Gauthier Van Malderen, ex studenti della Bocconi.
Perlego è stata spesso definita la “Spotify dei libri universitari” dal momento che, così come la famosa app musicale, si basa sul modello della subscription: rete mensile che permette di usufruire di un materiale molto vasto a sole 12 sterline al mese.
Circa 200.000 tra libri universitari, saggi e pubblicazioni, i dati a cui si può accedere tramite questa piattaforma.
Perlego ha all’attivo accordi con oltre 2.000 case editrici e ha ricevuto capitali per un ammontare di circa 5 milioni di euro.
La start up è giunta in Italia ad inizio autunno e al momento lavora con 200 editori, numero in crescita ogni mese.
L’esigenza che diede origine alla sua creazione tre anni fa derivò dal fatto che i due fondatori, ai tempi dell’università, si trovarono più volte nella situazione di spendere fior fior di quattrini per l’acquisto di libri di cui, essenzialmente, avrebbero dovuto studiare solo pochi capitoli.
Ad aggiungersi all’esperienza dei due giovani anche le indagini realizzate dal The Economist, dalle quali è emerso che l’aumento del prezzo dei libri negli ultimi 50 anni è salito dell’847%.
Ciò ha portato inevitabilmente alla diffusione della pirateria, soprattutto tra i giovani.
Il presidente dell’Associazione Italiana Editori, Ricardo Franco Levi, afferma che: «C’è urgenza di agire sia sul contrasto legale che su quello culturale. L’offerta italiana è quasi del tutto disponibile in versione digitale, quindi il pretesto dello scaricare illegalmente perché non si è trovato il libro su canali leciti non vale più».
Perlego rappresenterebbe una soluzione poiché garantirebbe alle case editrici la protezione necessaria, dato che i libri in questione, caricati sulla piattaforma, non potrebbero essere scaricati ma visualizzati unicamente in streaming. «Perlego offre agli editori la possibilità di riappropriarsi di gran parte del mercato che è minacciato da questi fattori e, allo stesso tempo, di creare profitti capitalizzando su gran parte degli studenti che, senza Perlego, non comprerebbero i libri», le parole del Country Manager Luigi Lavizzari, responsabile del lancio in Italia.
In ogni caso, una soluzione resta più che mai necessaria. E se di certo gli ebook non potranno sostituire il profumo e la magia che si prova sfogliando pagina dopo pagina un libro vero e proprio, l’innovativa start up di libri è comunque un modo pratico per rendere accessibile a tutti l’informazione necessaria.