Nessuno è immune agli hacker. Nemmeno i Capi di Governo. Nel pomeriggio di domenica 17 marzo, mentre la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni era di ritorno dalla missione in Egitto, il suo account Instagram ha subito un attacco informatico. Ma non è la prima volta che i profili social di politici e istituzioni diventano il bersaglio degli hacker. Il messaggio diffuso dall’account di Meloni corrisponde a uno schema ricorrente di truffa attraverso le criptovalute.
L’attacco a Meloni
«Grazie Elon free Btc!». Questa la scritta apparsa per qualche minuto, insieme a uno screenshot di un falso profilo di Elon Musk, come storia e come post sul profilo Instagram di Giorgia Meloni. Per arrivare ai social della Premier, gli hacker avrebbero prima violato l’account di uno dei suoi collaboratori.
Palazzo Chigi ha successivamente confermato l’attacco: «È stato hackerato il profilo Instagram ufficiale di Giorgia Meloni. Il profilo hackerato è quello personale storico di Meloni aperto anni addietro. Sono attualmente in corso tutti i dovuti accertamenti da parte della Polizia Postale». Giorgia Meloni non ha, invece, rilasciato nessun commento sull’accaduto e ha ripreso il controllo dei propri social postando un reel in cui mostra la firma degli accordi con l’Egitto a Il Cairo.
Tutti i precedenti in politica
L’ultimo precedente in Italia risale a settembre 2022, ovvero alla violazione degli account Twitter del ministero della Transizione ecologica e dell’Istituto di politica internazionale. In entrambi i casi, era stata sostituita l’immagine profilo con una foto del russo Vitalik Buterin, fondatore di Ethereum, uno delle maggiori piattaforme al mondo di criptovalute.
In contemporanea a questi attacchi, infatti, gli hacker violarono moltissimi account Twitter di utenti e aziende, diffondendo lo stesso messaggio: Ethereum regala 50 o 100 Ether, per un controvalore pari a 100 milioni o 200 milioni di euro. Per riscattare il premio sarebbe bastato cliccare il link riportato, rendendosi così vulnerabili a tentativi di phishing e truffe in criptovalute.
Il più celebre attacco hacker ai politici, rimane però, senza dubbio, quello del luglio del 2020. Tra i primi a essere colpiti, ci fu Barak Obama. Sul suo profilo Twitter comparve il messaggio: «Tutti mi chiedono di dare indietro qualcosa alla mia comunità. Lo farò. Chiunque invierà al mio account 1000 dollari in Bitcoin, ne riceverà 2000 in cambio». Migliaia di americani caddero vittima della truffa e inviarono soldi in criptovalute. Successivamente, lo stesso schema fu replicato anche su molti altri profili, tra i quali quelli di Joe Biden, Bill Gates e Elon Musk. Questi attacchi fruttarono, all’incirca, 124 mila dollari.
I quattro a processo per queste truffe, avrebbero anche aiutato, sempre nel 2020, l’hacker olandese autore dell’attacco all’account Twitter di Geert Wilders. L’immagine profilo del fondatore del Partito per la Libertà fu sostituita da una caricatura grottesca e quella di copertina dalla bandiera del Marocco.