Coronavirus: nuove misure per la scuola. Intanto slittano ancora i concorsi

L’emergenza Coronavirus continua a travolgere anche il mondo della scuola, con ricadute presenti ma anche future. Da una parte infatti, un anno scolastico da terminare, con l’incertezza che regna sovrana, quantomeno sulla ripresa delle attività didattiche, a oggi sospese fino al 3 aprile. Dall’altra il rinvio dei concorsi di assunzione, che avrebbero dovuto introdurre nelle scuole italiane oltre 70mila nuovi docenti. Il tutto condito dagli esperimenti di e-learning e didattica a distanza che non sempre stanno funzionando.

 

L’anno in corso

Il Ministero dell’Istruzione ha più volte ribadito che nessuno perderà l’anno, eppure non sono ancora chiare le dinamiche che porteranno i ragazzi alla pagella finale. Ci sono circa 500mila studenti delle scuole superiori attesi dall’esame di maturità. Ma per affrontarlo, almeno in base alle misure ora in vigore, devono aver svolto le ore minime di scuola-lavoro, un progetto che prevede 210 ore di impiego negli istituti professionali, 150 in quelli tecnici e 90 nei licei. Il problema è che la maggior parte di queste attività si svolgono direttamente nelle aziende, specie per chi frequenta un professionale o un tecnico e quindi ora, inevitabilmente sospese. L’ipotesi di far accedere gli studenti all’esame anche senza aver completato il totale delle ore, si fa sempre più largo nelle idee del governo, e appare a ora l’unica soluzione, soprattutto se lo stato di emergenza dovesse prolungarsi.

Concorsi di assunzione bloccati

I famosi concorsi a cattedra, annunciati da oltre un anno, slittano ancora. Un’ altra grana da risolvere per il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, che aveva ereditato il problema dall’esecutivo precedente. Dopo la crisi di governo della scorsa estate infatti, l’allora Ministro leghista Marco Bussetti che stava lavorando al dossier dovette rimandare le consultazioni col Cspi, il Consiglio superiore della pubblica istruzione. Il suo successore Lorenzo Fioramonti è durato poco e dopo le sue dimissioni la palla è passata nelle mani di Lucia Azzolina. Quest’ultima voleva emanare i bandi entro febbraio, quanto meno in parte, con oltre 60mila nuove assunzioni previste, ma l’emergenza per il Coronavirus ha fatto slittare tutto di nuovo, rendendo impossibili le consultazioni con il Cspi.

Bandi in Stand-by

I concorsi bloccati sono in tutto 4. Il primo prevedeva 13-15 mila nuove assunzioni nella scuola dell’infanzia e in quella primaria, con un test diviso in due parti, una scritta e l’altra orale, soprattutto nelle regioni con più richieste.

Il secondo, un concorso straordinario per medie e superiori, è l’unico che ha reali possibilità di arrivare in porto entro settembre. Il bando infatti, consiste in un questionario a risposta multipla, da compilare al PC, ed è riservato ai tutti i precari che hanno almeno tre anni di servizio maturati dal 2008/2009 a oggi.
Accanto al concorso straordinario, ne era previsto anche un altro ordinario, con 25mila posti a disposizione e aperto a tutti i  con in possesso i 24 crediti formativi.

Infine, l’ultimo bando aveva l’obiettivo di reclutare 5 mila professori di religione, con la possibilità di partecipare solo con l’idoneità diocesana rilasciata dal vescovo.

A patto di un cambio delle misure restrittive attuate dal governo, scenario questo al momento poco percorribile, il prossimo anno scolastico potrebbe partire con oltre 200mila supplenti, un numero ancora più alto dei 170mila di quest’anno.

 

Il decreto Cura Italia

Intanto il decreto ”Cura Italia” varato dal Governo il 16 marzo, prevede misure anche per la scuola. Almeno fino alla ripresa delle lezioni, saranno limitate al minimo le aperture degli edifici, con la presenza del personale Ata che sarà prevista solo in casi di stretta necessità. Stanziati inoltre, 85 milioni per supportare la didattica a distanza e 43,5 milioni per la pulizia straordinaria di tutti gli ambienti scolastici quando sarà il momento di tornare. Inoltre è stata garantita la salvaguardia di tutte le supplenze brevi ora in corso.

Nicolo Rubeis

Giornalista praticante con una forte passione per la politica, soprattutto se estera, per lo sport e per l'innovazione. Le sfide che attendono la nostra professione sono ardue ma la grande rivoluzione digitale ci impone riflessioni più ampie. Senza mai perdere di vista la qualità della scrittura e delle fonti.

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