Coronavirus. “L’Italia chiude”, il nuovo assalto ai supermercati

«L’Italia è tutta zona arancione, solo così possiamo sconfiggere il coronavirus. Dobbiamo stare casa». Sono bastate queste parole di  presidente del Consiglio Giuseppe Conte per creare un’altra reazione di panico da parte di cittadini di tutta Italia, che hanno preso di nuovo d’assalto i supermercati.

Gli assalti precedenti

Una scena simile l’avevamo vista domenica 23 febbraio quando, dopo la conferenza stampa tenuta dal presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, era stato annunciato il provvedimento di contenimento del virus.

Gli abitanti di Milano e delle zone adiacenti si erano riversati nei supermercati facendo incetta di ogni cosa, lasciando gli scaffali vuoti.

Lo stesso scenario si è ripetuto l’8 marzo dopo che alle 2 di notte Conte ha esteso la zona arancione alla Lombardia e altre 14 province. Il giorno dopo i supermercati del milanese, lodigiano e piacentino si sono riempite di persone, proprio come accaduto due settimane prima.

«Piuttosto che pensare di correre ai supermercati ad accaparrarsi alimenti, cerchiamo di spendere del tempo per prenderci cura di coloro che sono più gracili, i nostri anziani in particolare che sono soggetti al rischio. Questo è quello che fa una società sensibile e matura». Così si era espresso il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in un video sulla sua pagina social. Un tentativo di calmare la psicosi che si è scatenata in città in seguito ai contagi da Coronavirus, che ha portato la gente ad assaltare i supermercati. 

L’assalto ai supermercati del 10 marzo

Lo stesso identico copione però si è ripetuto la notte del 10 marzo, dopo che Conte ha comunicato l’estensione della zona arancione a tutta Italia. Vietati gli spostamenti e gli assembramenti.

Il provvedimento antiepidemia è stato annunciato alle 9 di sera, di lì a poco numerosi persone hanno preso d’assalto i supermercati h 24. Napoli, Torino, Palermo, Roma, l’assalto è durato fino a notte fonda e per quanto pochi minuti prima ci fosse stato l’invito a evitare gli assembramenti, si è verificato esattamente l’opposto.

Lunghe le file di coda fuori dai punti vendita e pochi hanno rispettato la distanza di sicurezza di un metro l’uno dall’altro, come è stato consigliato a più riprese nei giorni scorsi, per evitare la diffusione del virus. Nonostante il caos fuori dai negozi, i commessi sono riusciti comunque a stabilire ordine all’interno, facendo entrare i cliente a scaglioni.

il panico dei calciatori

A farsi prendere dal panico sono stati anche alcuni calciatori come José Callejon e Fernando Llorente, colti a fare la spesa a mezzanotte in mezzo alla calca di un Carrefour aperto.

 


Ma anche David Ospina non ha potuto fare a meno di fare un salto al supermercato, una presenza documentata dalle stories Instagram della moglie, che ha testimoniato la folla impressionante in cui si sono trovati.

Il comportamento degli italiani che hanno preso d’assalto i supermercati è stato condannato da più fronti, anche sui social. «C’è il virus, mica la carestia», tuonano alcuni commenti.

In mattinata sono arrivate anche rassicurazioni da Palazzo Chigi che ha ribadito come, nonostante le limitazioni dovute all’estensione della zona arancione, i cittadini devo stare tranquilli. È garantito lo spostamento per recarsi al supermercato e ogni punto vendita verrà regolarmente rifornito.

Federica Ulivieri

Nasce sulla costa Toscana e si laurea magistrale in Storia Contemporanea a Pisa. Vola nelle lande desolate dello Yorkshire, dove inizia a occuparsi di traduzione. Un inverno troppo rigido la fa tornare in Italia, un po' pentita di averla lasciata. Le piace scrivere di esteri, con una predilezione per l'Africa. Ha recitato a teatro per 15 anni e ha una grande passione per i fumetti, le piace leggerli, scriverne e disegnarli: è infatti anche una vignettista di attualità.

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