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Ulteriori dettagli sono emersi sulla detenzione di Ilaria Salis. Il TG La7 ha divulgato alcune lettere scritte dalla ragazza il 2 ottobre, quando era in carcere da 8 mesi e le era proibito parlare. Sono state inviate a un ex politico italo-ungherese della sinistra radicale che lavora al Consolato, con lo scopo che venissero consegnate al suo avvocato italiano.
Il loro contenuto racconta del regime di detenzione preventiva e del trattamento da lei subito nel carcere di Budapest. È lei stessa a scrivere nero su bianco lo stato della sua detenzione. Le condizioni igieniche precarie, il rischio malnutrizione e i trattamenti al limite della tortura.
Ilaria Salis racconta del cibo datole in carcere. Razioni scarse, solo due al giorno, spesso in pessime condizioni e con capelli o pezzi di plastica all’interno.
Ma l’igiene è forse il problema maggiore: «Sono rimasta per 5 settimane senza il cambio lenzuola». E aggiunge «Sono stata costretta a rivestirmi con abiti sporchi, malconci e puzzolenti che mi hanno fornito dalla Questura».
Nel memoriale Ilaria Salis racconta anche dei maltrattamenti subiti. Costretta «ad indossare un paio di stivali con i tacchi a spillo che non erano della mia taglia». E poi: «Si trascorrono 23 ore su 24 in una cella completamente chiusa» con «una sola ora d’aria al giorno». Nonostante ciò, svegliata tutte le mattine alle 5:30. Negata anche la possibilità di studiare l’ungherese.
Le immagini della prima udienza
Le immagini di Ilaria Salis alla prima udienza del processo in Ungheria hanno fatto il giro di televisioni e giornali. La 39enne è accusata di tentato omicidio colposo in concorso per aver aggredito due neonazisti a Budapest lo scorso febbraio. Da allora si trova in carcere in detenzione preventiva. Le immagini scioccanti, emerse soltanto grazie alla troupe televisiva invitata dal papà di Ilaria, la ritraggono in tribunale, portata con catene alle mani e ai piedi, trascinata da una guardia carceraria e trattenuta in aula per tre ore e mezzo.
Nonostante ciò, la ragazza si è mostrata sorridente durante l’udienza. Inevitabile l’ondata di indignazione nell’opinione pubblica nazionale e il conseguente interesse da parte della politica: da Meloni a Tajani, fino alla gaffe di Lollobrigida.
La politica sul caso di Ilaria Salis
Sono in corso dal 22 gennaio le trattative tra la Farnesina e l’omologo ministero ungherese. La richiesta è che a Salis sia garantito un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, incluse misure alternative alla detenzione in carcere.
Chiediamo al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie, della cittadina italiana Ilaria Salis detenuta in attesa di giudizio.
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) January 29, 2024
Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha poi riferito in un’intervista a Radio 1: «Questa volta mi sembra si sia ecceduto. Sul rispetto della persona non possiamo transigere». Ma poi precisa: «Orban non c’entra niente. La magistratura è indipendente».
A seguito dello scalpore destato dalle immagini della ragazza in catene, anche Giorgia Meloni ha intrapreso azioni, seppur caute. La premier ha riferito di avere discusso telefonicamente con Viktor Orban della situazione della connazionale. La telefonata si è tenuta anche in vista del Consiglio europeo straordinario che si svolgerà domani 1 febbraio, i cui temi saranno l’approvazione del bilancio comunitario e il sostegno all’Ucraina, con un finanziamento d’emergenza di 50 miliardi su cui Orban ha posto il proprio veto. La posizione dell’Ungheria, tuttavia, potrebbe indebolirsi proprio a causa del mancato rispetto dei diritti umani.
Novità riguardo la mediazione tra Italia e Ungheria sul caso di Ilaria Salis. Ieri sera, poche ore prima dell’inizio del Consiglio europeo straordinario a Bruxelles, Meloni ha parlato faccia a faccia con Orban. L’incontro è stato voluto dalla premier per chiedere che siano rispettate le regole comunitarie sul trattamento dei detenuti e per trovare un’intesa sul caso Salis.
Richieste della premier italiana ribadite nel punto stampa al termine del Consiglio: «Stiamo chiedendo di verificare il rispetto dei diritti». Orban ha replicato: «Tutti i diritti saranno garantiti», ma aggiunge «Non posso assolutamente influenzare il pubblico ministero».
Infatti, anche in Ungheria come nel nostro Paese, vige il principio di separazione del potere esecutivo da quello giudiziario.
Le condizioni di Ilaria Salis e il processo
Intanto Ilaria dovrà restare in cella fino al 24 maggio in attesa di nuovo giudizio, in quanto la prima udienza si è conclusa col rifiuto di un patteggiamento a 11 anni. La ragazza si è dichiarata innocente e rischia una pena fino a 24 anni di reclusione. Una posizione ben diversa rispetto quella di un suo coimputato tedesco, condannato a 3 anni di carcere dopo essersi dichiarato colpevole.
«Mia figlia viene trattata come un animale», queste le parole del padre di Ilaria, Roberto Salis, che da tempo denuncia lo stato della figlia detenuta in un carcere di massima sicurezza a Budapest. Le condizioni sue e degli altri detenuti vengono descritte da Ilaria stessa – tramite una lettera scritta a metà ottobre – e da chi l’ha vista come terribili. Tra topi in cella, detenuti incatenati alle mani e ai piedi e la privazione degli articoli per l’igiene personale più semplici – carta igienica, assorbenti, sapone – configurerebbero violazioni delle più elementari norme comunitarie per chi è detenuto in un carcere.
Chi è Ilaria Salis e perché era in Ungheria
Ilaria Salis è nata e cresciuta a Brescia. Appassionata di teatro e di montagna, dopo il liceo aveva cominciato a frequentare il nuovo centro sociale Boccaccio, fondato una ventina di anni fa da alcuni suoi ex compagni di scuola. Al teatro ribattezzato “La scala pericolante”, situato all’interno del centro sociale, aveva interpretato “Le troiane” di Euripide. Una tragedia che, dati i suoi contenuti antimilitaristi, l’aveva colpita molto. Tutte le persone che avevano avuto modo di conoscerla durante l’adolescenza la descrivono come una ragazza solare e gentile, molto sensibile nei confronti dei più bisognosi. Negli ultimi tempi si era unita ad un collettivo tedesco chiamato “Hammerband”, con sede a Lipsia e composto prevalentemente da giovani antifascisti provenienti da più paesi.
Ilaria si reca a Budapest per partecipare alle proteste contro le manifestazioni del cosiddetto “Giorno dell’onore”.
Ogni anno, infatti, tra il 9 e il 13 febbraio, attivisti di destra radicale da tutta Europa si danno appuntamento nella capitale magiara per celebrare un battaglione nazista che, nel 1945, oppose resistenza all’avanzare delle truppe dell’Armata Rossa sovietica. Viene arrestata l’11 febbraio, con l’accusa di aver aggredito due neonazisti, che hanno riportato ferite lievi. Da allora è in stato d’arresto in condizioni che sono state definite lesive per i suoi diritti.