Caso Fagioli: tra inchiesta, media e contraddizioni del sistema

Nicolò Fagioli ha deciso di rompere il silenzio. Lunedì sera, attraverso un post su Instagram, il centrocampista italiano ha commentato per la prima volta la nuova inchiesta milanese sulle scommesse illecite nel mondo del calcio, in cui è nuovamente coinvolto. L’indagine – distinta da quella che nel 2023 gli aveva già procurato una squalifica di sette mesi – punta ora a far emergere l’organizzazione illegale che gestiva le piattaforme su cui diversi calciatori puntavano.

Fagioli e lo sfogo social: «Non è giusto»

Secondo Fagioli, i media stanno trattando il caso in modo parziale e sensazionalistico, concentrandosi sui dettagli più morbosi, come «il triste (e a volte pericoloso) giro di prestiti e ricatti», e trascurando «gli aspetti più patologici» della sua ludopatia e le contraddizioni di un sistema che da un lato punisce e dall’altro incentiva il gioco d’azzardo. Il giocatore – oggi alla Fiorentina – ha sottolineato: «Ho raccontato della mia patologia, seria, nelle scuole, ai miei familiari, agli amici e alla stampa. Quella stessa stampa che affronta spesso le problematiche gravi della mia malattia e come affrontarle, ma che oggi mi rimette alla gogna. Ancora una volta».

 

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Fagioli ha chiesto che la sua storia venga trattata come una questione sanitaria e non come un episodio scandalistico da prima pagina. «Tutto questo accanimento mediatico mi sta facendo rivivere quei fantasmi. No, stavolta tutto questo non è giusto», ha scritto, ricordando di aver già scontato la sua pena e di voler sfruttare la «seconda occasione» che gli è stata concessa. Ha anche chiesto scusa a colleghi e amici menzionati dai media solo per averlo aiutato quando «la ludopatia aveva preso il sopravvento» su di lui. Infine, ha dichiarato di non voler tornare più sull’argomento, concentrandosi esclusivamente sul campo e sulla corsa europea della Fiorentina.

Nicolò Pirlo esce dall’inchiesta: «Totalmente estraneo all’organizzazione»

Nel frattempo, Nicolò Pirlo, figlio dell’ex campione del mondo Andrea, è ufficialmente uscito dall’inchiesta condotta dalla procura di Torino. Ascoltato dalla pm Manuela Pedrotta, ha chiarito la sua totale estraneità all’organizzazione che gestiva le scommesse clandestine. Per archiviare definitivamente la sua posizione, Pirlo jr ha presentato istanza di oblazione, pagando circa 200 euro per chiudere il procedimento.

Il suo nome era emerso in una chat del 7 giugno 2022 tra Fagioli e l’arbitro Pietro Marinoni. Fagioli scriveva: «Non rido perché non rido. Ma qua davanti ho Pirlo. Mentre mangiavamo, mi ha raccontato da solo che si è imbarcato. Male. Con quello di rom». Seguono altri passaggi in cui Fagioli riferisce che Pirlo jr non dormiva la notte per giocare scommesse sull’NBA, finendo con un debito di 30 mila euro, poi bloccato dal padre.

Il legale di Pirlo, Michele Galasso, ha smentito con forza le ricostruzioni circolate, definendole «informazioni di pura fantasia e destituite di fondamento», negando che il giovane abbia mai introdotto Fagioli nel giro di scommesse o che il padre abbia bloccato i conti per tale motivo. Le puntate, ha precisato, erano di piccola entità e fatte tramite la piattaforma Bet-Art.

Abodi: «Fuori dalla Nazionale chi ha scommesso»

Le dichiarazioni del ministro dello Sport Andrea Abodi hanno sollevato un polverone politico. In un’intervista al Messaggero, ha affermato che chi ha scommesso illegalmente non dovrebbe più indossare la maglia azzurra. «La maglia azzurra dev’essere espressione del valore tecnico, ma anche del comportamento morale, che deve addirittura precederlo». Per Abodi, i calciatori devono essere modelli, mentre ora «l’esempio che danno è pessimo per i loro coetanei».

A replicare con fermezza è stato Umberto Calcagno, presidente dell’Assocalciatori. «Ricordo che l’articolo 27 della Costituzione prevede la funzione rieducativa della pena. Chi ha fatto i conti con la giustizia sportiva deve fare parte del nostro mondo in maniera completa». Calcagno ha evocato anche il precedente di Paolo Rossi, protagonista del Mondiale 1982 dopo una squalifica per il Totonero.

Reazioni politiche: da M5S a Matteo Renzi

Le parole del ministro hanno scatenato anche l’opposizione politica. Il Movimento 5 Stelle ha parlato di «doppia morale», accusando Abodi di «fare la voce grossa contro i calciatori» mentre il governo «si prepara a spalancare di nuovo le porte alla pubblicità selvaggia del gioco d’azzardo in Serie A». Gaetano Amato (M5S) ha denunciato il tentativo dell’esecutivo di rendere il calcio «sempre più schiavo del denaro», lasciando sulle spalle dei giovani calciatori il peso di «un sistema malato».

Duro anche Matteo Renzi, che ha accusato Abodi di voler fare il commissario tecnico:
«Le convocazioni le fa Spalletti, non lui». Per Renzi, questa «caccia alle streghe» è «solo per visibilità» e ha chiesto che il ministro si occupi piuttosto «degli impianti sportivi da costruire e dei soldi da trovare».

Il terapista di Fagioli: «Abodi ipocrita, promuove l’azzardo e punisce i malati»

Infine, Paolo Jarre, terapista di Fagioli, ha attaccato duramente Abodi:
«È clamoroso, scandaloso, che il ministro dello sport faccia una reprimenda morale ai ragazzi sportivi professionisti che giocano d’azzardo e negli stessi giorni si faccia promotore dell’abolizione del sacrosanto divieto di pubblicità che era stato sancito dal decreto dignità del 2018».

Jarre ha denunciato l’ipocrisia del sistema in cui i calciatori sono circondati da pubblicità di scommesse, persino «sulle proprie maglie», mentre vengono colpevolizzati per la loro dipendenza. Ha poi puntato il dito contro la FIGC: «Se uno scommette sul calcio è squalificato, ma uno può rovinarsi e rendersi anche ricattabile giocando su tennis, pallacanestro, indebitarsi e diventare ricattabile, ma questo alla Figc non interessa».

Elena Cecchetto

📍Milano 👩🏼‍🎓Comunicazione, Media e Pubblicità ⚽️ Quando lavoro mi trovi allo stadio, quando non lavoro pure

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