CARCERI, LA RUSSA PROPONE IL MINI INDULTO, LA POLITICA SI DIVIDE

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha chiesto (di nuovo) l’approvazione di un decreto che permetta ai detenuti a fine pena di ottenere una libertà anticipata. L’obiettivo è dare «un po’ di respiro alle carceri al collasso» e consentire a chi sta per uscire di passare le vacanze di Natale a casa.

La proposta è arrivata durante la presentazione del libro “L’emergenza negata- Il collasso delle carceri italiane” di Gianni Alemanno e Fabio Falbo. L’ex sindaco di Roma si trova nel carcere di Rebibbia da quasi un anno con l’accusa di traffico di influenze e da tempo denuncia le condizioni in cui lui e gli altri detenuti sono costretti a vivere. Solo pochi giorni fa aveva scritto: «Siamo giunti al 23 novembre e i termosifoni sono completamente spenti, mentre nevica in tutta Italia e le temperature scendono anche a Roma. Radio carcere ci dice che le caldaie sono rotte e che anche gli agenti della Penitenziaria sono nelle nostre stesse condizioni: non solo qui al braccio ma anche nella loro caserma, attigua a Rebibbia». 

LE REAZIONI DEL CENTRO DESTRA E DEL CENTRO SINISTRA
Corridoio di un carcere

Le reazioni politiche alla proposta di La Russa sono divergenti. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano boccia il mini indulto: «Stiamo lavorando perché da qui a due anni si affronti la questione del sovraffollamento carcerario»; da Forza Italia arriva un’apertura: il vice presidente della Commissione Giustizia della Camera Enrico Costa ha affermato che il partito sarebbe favorevole a un provvedimento che vada nel senso auspicato dal presidente del Senato. Sostiene la proposta anche l’opposizione, seppur con qualche riserva: secondo Riccardo Magi (+Europa), l’idea di La Russa sarebbe «l’ennesima presa in giro nei confronti dei detenuti».
Una bozza del decreto per ora non c’è e il muro del governo sembra impedire qualsiasi provvedimento immediato.

COME SI VIVE NELLE CARCERI ITALIANE?

Secondo l’associazione Antigone, che dal 1991 «si occupa di garantire diritti e garanzie nel sistema penale e penitenziario», la condizione dei detenuti italiani è critica. A giugno 2025, la popolazione carceraria era di 62.728 persone. La capienza delle nostre carceri permetterebbe, però, di accoglierne solo 51.276. Il risultato è un tasso di sovraffollamento che supera il 130%. Preoccupanti anche le condizioni sanitarie: molti detenuti con problemi psichiatrici non ricevono cure adeguate perché manca il personale medico. Tutto questo si traduce in atti di autolesionismo e suicidi. Tra gennaio 2024 e maggio 2025 si sono tolti la vita 124 detenuti. Da non sottovalutare le condizioni di lavoro degli agenti di Polizia Penitenziaria che, nel 2024, hanno collezionato 7.500.000 ore di straordinari. 

A cura di Giovanni Martinelli

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