SOVRAFFOLLAMENTO DELLE CARCERI E STOP AI SUICIDI: L’APPELLO DI MATTARELLA

«Il sovraffollamento è insostenibile, i luoghi di detenzione non devono trasformarsi in palestra per nuovi reati, i suicidi sono un’emergenza sociale». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella torna a parlare della grave questioni delle carceri italiane, denunciando una situazione che peggiora anno dopo anno.

Il 30 giugno il capo dello Stato ha incontrato al Quirinale il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Stefano Carmine De Michele, ed una rappresentanza della Polizia Penitenziaria per il 208° anniversario della sua fondazione.

LA SITUAZIONE ATTUALE
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Secondo l’articolo 27 della Costituzione italiana, le pene “devono tendere alla rieducazione del condannato”, rendendo il recupero dei detenuti un principio fondamentale nel nostro Paese. Ma 37 suicidi da inizio anno e il 134% del sovraffollamento delle carceri rispetto alla capienza prevista, fanno crollare su sé stesso l’articolo, e spingono l’Italia in fondo rispetto agli standard europei. Già nel 2023, secondo i dati Eurostat, l’Italia era terza in Europa per il sovraffollamento delle carceri (circa il 120%), mentre lo scorso anno i suicidi sono stati 91, un triste record per il nostro Paese. «Un problema che non dà segni di arresto, un’emergenza sociale sulla quale occorre interrogarsi per porre fine immediatamente a tutto questo» ha commentato Sergio Mattarella.

Oltre al sovraffollamento – che equivale a 62mila 761 persone nelle celle contro le 46mila e 792 posti disponibili – e all’elevato numero dei suicidi, le galere italiane vanno incontro anche alla mancanza di personale: «Penso alla grave insufficienza del numero degli educatori, al difficile accesso alle cure sanitarie dentro gli istituti, specialmente per detenuti affetti da problemi di salute mentale. Occorre che gli istituti di pena siano dotati di nuove e più adeguate professionalità», ha sottolineato il presidente della Repubblica.

POSSIBILI SOLUZIONI
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme a Stefano Carmine De Michele, capo del Dap

Secondo Mattarella: «I luoghi di detenzione non devono trasformarsi in palestra di addestramento al crimine, nei luoghi di senza speranza, ma devono essere effettivamente rivolti al recupero di chi ha sbagliato». L’obiettivo è che siano a tutti gli effetti «ambienti destinati alla socialità, all’affettività e alla progettualità del trattamento».

Il capo di Stato non si è limitato a ribadire il problema, ma ha proposto diversi modi per affrontarlo. Come recuperare un detenuto? «Servono investimenti in modo di garantire un livello di vita dignitoso ai detenuti e al contempo migliori condizioni di lavoro che voi svolgete con scrupolo». Anche perché «ogni detenuto recuperato equivale a un vantaggio di sicurezza per la collettività».

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