Il 2021 è l’anno dell’e-commerce. La pandemia, infatti, ha accelerato la crescita del settore – che vale circa 10.780 miliardi di dollari – normalizzando le modalità di acquisto online. Il fenomeno ha preso piede anche in Italia, dove il fatturato annuo del commercio elettronico è stimato in oltre 48,2 miliardi di dollari.
Integrarsi per sopravvivere
Si è creato così un sistema, che ha spinto molti negozianti a integrarsi pur di sopravvivere. A testimoniarlo è la rilevazione, nell’ultimo anno, di 10.467 nuove imprese registrate con il codice ATECO del commercio online: una crescita annua iperbolica, pari al 50%. Ma esiste anche chi, per scelta, decide di non integrarsi nel sistema. Anzi di contrastarlo, correndo il rischio di scomparire.
La battaglia di Iucu
Si chiama Iucu, ed è il titolare di un piccolo negozio di libri usati situato nel centro di Pavia, in Corso Garibaldi. Iucu ama definire la sua attività «bottega stoica»: «perché di questi tempi avere un negozio è un atto di eroismo», tiene a precisare. Ogni giorno, infatti, combatte la sua personale battaglia contro l’e-commerce. Non vende online. Lo fa per preservare il contatto umano. Nella sua bottega, d’altronde, si può entrare anche per una chiacchiera o in cerca di un sorriso. Ed è questa la ragione per cui non teme la concorrenza di internet: «perché non può dare il rapporto umano o la cortesia», spiega. «Internet non può fare tante cose che la bottega può fare».
Il valore del libro di carta
Iucu crede ancora nel valore del libro di carta, del libro usato. E non è il solo a farlo: come lui la pensano tanti suoi clienti; a cui capita spesso di innamorarsi di una vecchia edizione, della prima edizione. Quella che «sa di casa di nonni, di vacanze. Quella che sa di ricordi», racconta Iucu. I libri, del resto, sono un bene essenziale. Ce lo ha ricordato il lockdown: le librerie, come i negozi di generi alimentari, sono rimaste aperte anche in zona rossa.