Azzurri, Gattuso nuovo CT. Gravina: «Simbolo del calcio italiano»

Adesso è ufficiale: Gennaro Gattuso è il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana. L’annuncio è arrivato domenica 15 giugno 2025 dalla FIGC, ma il vento del cambiamento soffiava già forte dalla sera precedente. È stato Gigi Buffon, oggi direttore sportivo della Nazionale, a rompere il silenzio ai microfoni di Rai Sport:
«In questi giorni abbiamo lavorato tanto. Era la scelta migliore che potessimo fare».

La scelta di puntare su Gattuso è maturata in fretta, appena pochi giorni dopo l’addio di Luciano Spalletti, che aveva spiegato pubblicamente le ragioni della sua uscita in conferenza stampa. Nel mezzo, una vittoria sofferta contro la Moldavia e il no di Claudio Ranieri, deciso a restare alla Roma.

Gravina: «Gattuso è un simbolo»

A chiarire il senso profondo di questa scelta è stato il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, che ha affidato a parole precise il compito di raccontare ciò che Gattuso rappresenta:
«È un simbolo del calcio italiano – ha dichiarato Gravina – l’azzurro per lui è come una seconda pelle».

Una frase che dice tutto. L’ex centrocampista del Milan, protagonista del trionfo mondiale del 2006, non è solo un allenatore, ma una figura totemica per una Nazionale che ha bisogno di ritrovare identità e spirito. «Le sue motivazioni, la sua professionalità e la sua esperienza – ha continuato il presidente – saranno fondamentali per affrontare al meglio i prossimi impegni della Nazionale».

E ancora, parole che raccontano anche l’anima di un progetto più ampio, che va oltre i novanta minuti in campo: «Lo ringrazio per la disponibilità e la totale dedizione con cui ha accettato questa sfida, condividendo il progetto della FIGC di sviluppo complessivo del nostro calcio, nel quale la maglia azzurra riveste una centralità strategica».

Il nuovo CT verrà presentato ufficialmente giovedì 19 giugno, alle ore 11:00, presso l’Hotel Parco dei Principi a Roma, nello stesso giorno in cui si terrà anche il Consiglio Federale. L’obiettivo è chiaro, anzi chiarissimo: riportare l’Italia al Mondiale del 2026, cancellando una volta per tutte l’incubo delle due edizioni mancate. Il cammino, però, è tutto in salita. Il disastroso esordio nel girone di qualificazione — 0-3 contro la Norvegia — ha compromesso il cammino azzurro e ha decretato la fine dell’avventura di Spalletti. Ora tocca a Gattuso raccogliere i cocci e ricostruire.

Gli impegni azzurri

La prima tappa del nuovo corso è fissata per il 5 settembre a Bergamo, contro l’Estonia. Solo tre giorni più tardi, l’Italia sarà di scena in trasferta contro Israele: due gare subito decisive, da vincere a ogni costo. Servirà un percorso netto, senza margine d’errore: sei partite, sei vittorie. Solo così si potrà tornare a sognare l’America.

Intanto, Gattuso e il suo staff hanno già cominciato a lavorare. Stanno analizzando partite, valutando profili, studiando soluzioni. La FIGC non ha ancora comunicato ufficialmente la durata del contratto, che dovrebbe essere annuale ma con estensione automatica fino al 2028 in caso di qualificazione.

Anche lo staff tecnico non è ancora stato annunciato nel dettaglio, ma due nomi sembrano già certi: Gigi Riccio sarà il vice, mentre Leonardo Bonucci — l’ex capitano azzurro — entrerà come figura di riferimento nella gestione difensiva, forte di quella conoscenza della difesa a tre che José Mourinho ha definito «da docente universitario».

La carriera da allenatore di Gattuso

Gattuso arriva a Coverciano con un curriculum da allenatore che racconta una storia fatta di battaglie, cadute e risalite. Tutto è cominciato nel 2013, quando ancora vestiva la maglia del Sion: lì ha mosso i primi passi da tecnico, mentre era ancora in campo. Poi è arrivato il Palermo, un passaggio fugace, seguito da un’esperienza intensa in Grecia, all’Ofi Creta.

Dopo il ritorno in Italia, ha portato il Pisa dalla C alla B, e nel 2017 il Milan lo ha chiamato a guidare la Primavera. Di lì a poco, Gattuso è stato promosso in prima squadra, con la quale ha conquistato due qualificazioni europee consecutive. La sua tappa più significativa è però quella a Napoli, dove ha vinto una Coppa Italia e sfiorato la Champions League.

Poi una breve parentesi alla Fiorentina, durata solo venti giorni, e successivamente le esperienze all’estero: Valencia, Marsiglia e infine l’Hajduk Spalato. Ora, davanti a sé, Rino ha la missione più importante della sua carriera: riportare l’Italia dove merita di stare, con il cuore, con la voce e con il carattere che da sempre lo contraddistingue.

Elena Cecchetto

📍Milano 👩🏼‍🎓Comunicazione, Media e Pubblicità ⚽️ Quando lavoro mi trovi allo stadio, quando non lavoro pure

No Comments Yet

Leave a Reply