Compra all’asta gli averi di Hitler e li fa custodire in Israele

Hitler

Un’edizione del Mein Kampf  con la copertina d’argento, l’elegante vestito da sera di Eva Braun e un impolverato cilindro con dentro incise le iniziali “A.H.”. Questi alcuni degli oggetti messi all’asta a Monaco di Baviera che rievocano la figura oscura di Adolf Hitler.

Il 20 novembre, a Grasbrunn, sono stati messi all’asta da Hermann Historica 800 pezzi di cui 147 legati alla memoria nazista. Non solo oggetti personali del Führer, ma anche altri appartenenti a Himmler, Hess e Göring.

Questa iniziativa ha generato l’indignazione del mondo ebraico. «E’ una perversa mancanza di gusto», così si è espresso il presidente dell’associazione dei rabbini europei, Menachem Margolin, che ha tentato in tutti i modi di bloccare l’asta. Ad imbattersi nel messaggio del rabbino è stato l’imprenditore libanese Abdallah Chatila. «Stavo leggendo il giornale, ho trovato l’appello dell’Associazione Ebraica Europea per fermare il commercio di questi oggetti che offendono l’Olocausto  – ha dichiarato -. Ho sentito che avrei dovuto impossessarmene per distruggerli prima che finissero nelle mani sbagliate.»

600 mila euro è la cifra che l’imprenditore ha speso per acquistare 10 dei 12 memorabilia nazisti. Tra questi figurano la scatola di sigari di Göring e la macchina da scrivere appartenuta all’assistente del Führer. Soltanto per l’edizione con la copertina d’argento del Mein Kampf, Abdallah Chatila ha speso 130 mila euro. «Lo rifarei mille volte, ho solo rimpianto di non averli comprati tutti».

Gli oggetti appartenuti ai gerarchi nazisti verranno donati all’associazione no profit Keren Hayesod, ma il benefattore vorrebbe vederli esposti nel museo dello Yad Vashem.

Nato in Libano, Mr Chatila è scappato dalla sua terra di origine durante la prima guerra civile nel 1976. Il 45enne vive attualmente in Svizzera dove è uno dei 300 uomini più ricchi del Paese. E’ laureato in gemmologia ed è appassionato di diamanti. E’ diventato un filantropo con l’associazione Sesam Foundation che si occupa tra le altre cose dei rifugiati in Siria, Palestina e Giordania.

«Il nostro apprezzamento verso di lui non conosce limiti», dice il rabbino Margolin. Il filantropo riceverà a gennaio un premio ad Auschwitz per il suo gesto.

 

Federica Ulivieri

Nasce sulla costa Toscana e si laurea magistrale in Storia Contemporanea a Pisa. Vola nelle lande desolate dello Yorkshire, dove inizia a occuparsi di traduzione. Un inverno troppo rigido la fa tornare in Italia, un po' pentita di averla lasciata. Le piace scrivere di esteri, con una predilezione per l'Africa. Ha recitato a teatro per 15 anni e ha una grande passione per i fumetti, le piace leggerli, scriverne e disegnarli: è infatti anche una vignettista di attualità.

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