Violazione delle norme europee per l’accesso ai servizi di streaming musicale. Questo il capo d’accusa indetto dall’Antitrust dell’Unione Europea, deciso a sanzionare il colosso Big Tech americano Apple. Lo riporta il Financial Times, citando fonti a conoscenza dell’indagine. La sanzione, pari circa a 500 milioni di euro, sarà probabilmente ufficializzata a inizio marzo. Punto di partenza un’indagine avviata dopo un reclamo di Spotify nel 2019.
Il tema dell’indagine e il ruolo di Spotify
La Commissione Europea ha indagato sull’ipotesi che Apple abbia bloccato alcune app impedendo agli utenti di informarsi sull’esistenza di alternative più economiche per lo streaming musicale. Secondo le fonti citate nel quotidiano inglese, Apple è, quindi, accusata di abuso di potere e imposizione di pratiche commerciali anti-convenzionali nei confronti di terzi. La multa sarebbe una delle più alte imposte dall’UE nei confronti delle Big Tech. Il caso più recente nel 2022, quando la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha confermato la sanzione comminata dall’Antitrust europeo nei confronti di Google per 4 miliardi di euro. L’accusa: aver sfruttato Android per potenziare/rafforzare il proprio primato nel settore. Si infarcisce, quindi, il faldone di Bruxelles sulle Big T.
La voce più rilevante nella questione è comunque quella di Spotify. Il competitor svedese ha ribadito all’UE che, tramite il meccanismo obbligatorio di acquisto in-app, Apple avrebbe messo in primo piano la propria app di streaming musicale, Apple Music, non fornendo agli utenti proprietari di iPhone e iPad le informazioni necessarie per le alternative di acquisto. Spotify ha anche segnalato una situazione «insostenibile» data dal continuo cambiamento delle norme e dall’ingerenza di una tassa del 30% sulle app che offrono gli stessi servizi di Apple Music. Gradualmente, l’Europa sta abbattendo il noto «walled garden», la fortezza che la creatura di Jobs e Wozniak ha eretto per proteggere il proprio business.
Android e Apple rivali storici
Sempre meno utenti passano da Android a Apple. Questo l’oggetto di un recente studio pubblicato sul sito del CIRP (Consumer Intelligence Research Partners), che ha esaminato il numero di nuovi acquirenti di iPhone in America che provengono da smartphone Android. Dopo cinque anni di andamento positivo, il cui picco è stato registrato nella primavera 2022, il passaggio da Android a iPhone è in lieve diminuzione. A maggio 2022 i dati CIRP mostrano una percentuale del 15% per i nuovi acquirenti di iPhone provenienti da Android e un prezzo medio di vendita poco inferiore ai mille dollari. Tuttavia, nel 2023 i passaggi da Android a iPhone hanno registrato il 13%. Un dato in linea con la percentuale del 2019. Rispetto al 2022, quindi, rappresenterebbe un calo del 2%. È invece un aumento se si considerano i dati del 2020 e del 2021, con una percentuale dell’11%.