«Dove possiamo trovare una luce in quest’ombra senza fine?» È con queste parole che Amanda Gorman ha aperto la poesia scritta per l’Inauguration Day della presidenza di Joe Biden. Ventidue anni, laureata in Sociologia con lode ad Harvard, prima poetessa nominata National Youth Poet Laureate nel 2017 e più giovane rappresentante della poesia statunitense al giuramento presidenziale.
Chiunque al suo posto sarebbe stato sopraffatto dall’emozione. Ma non Amanda che si è presentata a Capitol Hill avvolta in un luminosissimo cappotto giallo firmato Prada, mostrando sicurezza e carisma da vendere. Ferma, consapevole e al tempo stesso profondamente ispirata, ha recitato i suoi versi con ritmo tracciando con le mani l’orizzonte davanti ai suoi occhi, come a indicare la strada da seguire.
«The Hill We Climb»
Il titolo del componimento è «The Hill We Climb» e rappresenta la grande sfida davanti alla quale si trovano gli Stati Uniti, polarizzati come mai negli ultimi tempi, costretti a fare i conti con le lotte interne e le proteste culminate nel folle assalto a Capitol Hill. Non è un caso che proprio la sera del 6 gennaio sia stato il momento in cui Amanda ha concluso di scrivere la sua poesia, decidendo di citare quelle ore così buie. Il suo è un inno alla ricerca dell’armonia, un’esortazione ad agire perché le generazioni future possano ricevere un mondo migliore. Un discorso che affonda le radici nel passato, ricordando che il Paese è ancora lontano dall’essere compiuto.
Il rapporto con i Biden
Scoperta da Jill Biden, che l’aveva sentita parlare al Congresso innamorandosene, la poetessa e attivista è stata voluta dal neopresidente per la sua inaugurazione. Forse per i problemi di balbuzie che li accomunano ma soprattutto per la capacità di Amanda di guardare al futuro con coraggio.
Non capita tutti i giorni che una «ragazzina magra afroamericana cresciuta da una mamma single», come lei stessa si definisce, sogni di diventare presidente degli Stati Uniti d’America.