In un periodo in cui il mondo intero è afflitto dalla pandemia da Covid-19, un numero sempre crescente di scienziati crede che questa crisi sanitaria, economica e sociale, senza precedenti dal secondo dopoguerra, abbia uno stretto legame con l’impatto dell’essere umano sull’ambiente.
Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), il 75% delle patologie umane infettive emerse negli ultimi decenni è di origine animale. Dall’Ebola all’HIV, fino ad arrivare al Covid-19, provocato da un nuovo coronavirus. Quando un agente patogeno, come un virus, un batterio o un fungo, viene trasmesso da un animale all’uomo, eseguendo dunque un salto di specie (spillover), si è in presenza di una zoonosi.
“L’impatto umano sull’ambiente, come la deforestazione, aumenta le probabilità di entrare in contatto con gli animali selvatici e con gli agenti patogeni di cui sono portatori”, ci spiega il professor Emilio Padoa-Schioppa, docente al dipartimento di scienze dell’ambiente e della terra all’Università Bicocca di Milano.