Si è conclusa ieri, 1 dicembre, la XIV edizione di Nostalgia di Futuro 2022.
L’evento, targato Osservatorio TuttiMedia in ricordo di Giovanni Giovannini, grande giornalista e storico presiedente della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), ha lo scopo di far emergere e portare all’attenzione della pubblica opinione persone, enti, organizzazioni e società che abbiano dato un significativo contributo all’innovazione nel mondo della comunicazione e non solo.
Giovannini fu colui che capì prima di tutti la grande trasformazione che avrebbe riguardato il nostro presente. “Le tecnologie cambiano non solo il modo di comunicare ma la vita stessa dell’uomo” – questo era il suo slogan che resta, anche oggi, il concetto alla base di studi, ricerche e articoli giornalistici.
Ad aprire la conferenza è stato il direttore scientifico di TuttiMedia, Derrick de Kerckhove, sottolineando come il metaverso sia la destinazione e il destino della trasformazione digitale. “Viviamo da anni in tre spazi: quello mentale, fisico e virtuale” – specifica de Kerckhove – “Siamo alla ricerca continua di un senso di immersione, condivisione e appartenenza. Per questo siamo arrivati a simulare la nostra esistenza all’interno del metaverso e riuscire a capire questi nuovi scenari in cui saremo sempre più immersi potrà aiutare l’uomo e l’ambiente”.
E proprio partendo da qui, si è arrivati a sviluppare il concetto di metacity. “Nella metacittà, evoluzione del metaverso, vedo il vantaggio dell’attuale tendenza innovativa.” – spiega de Kerckhove – “Ovvero la duplicazione della realtà, non solo a livello urbano, ma, come prevede l’Unione Europea, su scala regionale e globale: la mappatura del reale nella sua dimensione immersiva può diventare, così, la via d’uscita dagli imminenti disastri ecologici e sociali”.
Ma sappiamo realmente cos’è il metaverso?
Giovanni Caprara, Presidente UGIS, afferma che più che nostalgia c’è ansia di futuro. “Viviamo in un mondo che continua a cambiare in tempi velocissimi. Abbiamo davanti prospettive eccezionali guardando a tutto quello che la tecnologia ci offre ma già così, ancor prima di immergerci nel metaverso, facciamo fatica a interagire con quello che abbiamo. La pandemia ne è l’esempio concreto: siamo inadeguati al nuovo, non siamo ancora capaci di gestire l’inaspettato a livello comunicativo. Serve responsabilità per saper comunicare e nello stato di confusione comunicativa in cui stiamo vivendo è impossibile.”
Prende poi la parola Laura Cavalli, Program Director della Fondazione Eni Enrico Mattei. La ricercatrice illustra come nessuno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 ONU è dedicato al digitale e alla tecnologia; mentre la Missione 1 del PNRR è proprio dedicata a ‘Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo’ con un totale di 31,74 miliardi di euro in quanto fattori abilitanti della cultura per la sostenibilità.
“Questo mostra come il Governo riconosca che il digitale ha bisogno di fondi e ricerca” – spiega Laura Cavalli – “Ma ha davvero senso parlare di metacity quando, ad oggi, solo il 9% delle aziende è in grado di comunicare con l’amministrazione pubblica? E poi, il processo di digitalizzazione ci porterebbe a risparmiare sia economicamente che dal punto di vista ambientale (si pensi allo smat working o al salvataggio in Cloud) ma lo sapevate che un pagamento effettuato nella blockchain inquina come 300 ore di YouTube? E ancora, chi può lavorare nel metaverso? Sono richieste competenze specifiche e quindi la necessità di percorsi formativi ad hoc.
Sappiamo troppe poche cose, e in modo confusionario, sul metaverso. Abbiamo più domande che risposte e questo ci ferma”.
A concordare sulla mancanza di conoscenze è anche Matteo Montan, AD di Athesis Media Group. “Stiamo parlando di una piattaforma in cui il 90% delle persone non è mai entrato e ne sa poco niente, io compreso. Ad oggi non invidio chi deve cimentarsi a parlare di metaverso” – e conclude – “Ritengo che tutto questo sia normale, abbiamo ancora un po’ di tempo per capire questa nuova realtà che ci viene presentata”.
Un dato certo invece è che siamo tutti parte di uno stesso ecosistema che deve lavorare insieme, in modo equo e sostenibile, in questo processo di transizione digitale. A sottolineare questo è Dario Pagani, Head of Digital & Information Technology di Eni, “Non solo abbiamo la necessità di sviluppare le nostre conoscenze tecnologiche ma soprattutto il nostro senso di responsabilità”.
“Il cambiamento climatico è evidente e le difficoltà che stiamo attraversando sono concrete” – Martina Colasante, Government Affairs & Public Policy Manager di Google. “Google si è posta l’obiettivo di portare avanti in tempi rapidi il processo di decarbonizzazione” – spiega – “Siamo la prima azienda che è riuscita a far coincidere il consumo con l’acquisto di energia e uno dei nostri principali impegni è quello di arrivare a essere, entro il 2030, carbon free. 7 giorni su 7. 24 ore su 24. È una grandissima ambizione ma siamo consapevoli dell’importanza che le nostre scelte e la nostra dedizione possono portare all’ambiente e solo collaborando tutti insieme possiamo salvare la nostra Terra”.
Tanti quindi i punti di vista, moltissime le iniziative ma un unico scopo: rendere l’Innovazione sostenibile.
Il primo premio di questa XIV edizione è andato a «Agenda Sostenibilità», l’iniziativa di Athesis Media Group. Al gruppo scaligero è stata riconosciuta l’attività di informazione, sensibilizzazione e incoraggiamento che fa nei confronti di lettori e realtà delle province di Verona, Vicenza e Brescia, stimolando una partecipazione attiva allo sviluppo e alle grandi sfide che saremo chiamati ad affrontare nel prossimo futuro.