Termina, dopo venti anni, l’avventura di Christian Horner con la Red Bull. Il team anglo-austriaco ha licenziato il manager britannico. Come riportato in esclusiva da Erik Van Haren, firma della testata olandese De Telegraaf, da sempre vicino alla scuderia di Milton Keynes, il personale sarebbe stato informato già la mattina dell’8 luglio.
Le motivazioni
Le strade di Red Bull e Christian Horner si separano dopo venti anni, otto titoli mondiali piloti e sette mondiali costruttori. Horner è stato il team principal sin dagli esordi del team in Formula 1 nel 2005. Il Direttore di Scuderia è la figura di massima responsabilità: dirige tutte le fasi di produzione della monoposto e delle sue componenti coordinando il lavoro dei vari reparti specializzati, rappresenta la squadra nel paddock e ne difende le iniziative davanti alla FIA.
Alla base del licenziamento ci sarebbero i precedenti scontri con la dirigenza, per via dello scandalo che aveva travolto il britannico durante il Gran Premio del Bahrain 2024, ma soprattutto lo scarso rendimento di Red Bull nella prima frazione della stagione.
Nelle precedenti stagioni di Formula 1, soprattutto grazie alle prestazioni di Max Verstappen, la scuderia anglo-austriaca è riuscita ad imporsi sulla concorrenza con ampi margini. Dopo la partenza del capo ingegnere Adrian Newey in direzione Aston Martin, la vettura ha iniziato a risentirne fortemente in termini di competitività, complice anche l’incredibile risalita di McLaren.
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Lo scontro interno
Nella dirigenza del gruppo Red Bull poi c’è una forte componente thailandese, che starebbe puntando a riportare Alexander Albon come secondo pilota per la prossima stagione. Il thailandese andrebbe ad occupare il sedile di Yuki Tsunoda, con l’auspicio di risolvere il nodo ‘seconda guida’. Da quando Max è diventato il n°1, il confronto con il compagno di squadra è sempre stato impietoso.
La svolta clamorosa è legata alle vicissitudini di Horner lo scorso anno, ma è un segnale da parte della dirigenza che vuole accontentare il proprio pilota di punta, date le precedenti frizioni tra Verstappen, e suo padre Jos, con il suo ormai ex team principal. Quindi, per trattenere l’olandese, Red Bull ha sacrificato Horner per assicurarsi le prestazioni del quattro volte campione del mondo, sia per associare al proprio marchio l’immagine di Max, da sempre il volto del brand Red Bull.
Il sostituto
Al posto di Christian Horner arriva Laurent Mekies, fino a due anni fa direttore sportivo alla Ferrari, che andrà a ricoprire anche il ruolo di CEO per la scuderia di Formula 1. «L’ultimo anno e mezzo è stato un vero privilegio guidare il team insieme a Peter. È stata un’avventura straordinaria contribuire alla nascita dei Racing Bulls insieme a tutte le nostre persone di talento», ha detto Mekies.
Laurent Mekies has been appointed CEO of Red Bull Racing, replacing Christian Horner
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— Autosport (@autosport) July 9, 2025
«Lo spirito dell’intera squadra è incredibile, e credo fermamente che questo sia solo l’inizio. Alan è la persona perfetta per prendere il testimone ora e proseguire il nostro percorso», queste le prime parole del tecnico francese da neo team principal della Red Bull. Ha espresso profonda gratitudine verso la Racing Bulls, prima scuderia da lui diretta.
e per il team satellite?
Alan Permane viene quindi promosso dal suo ruolo di direttore sportivo in Racing Bulls. In quello che è un momento di profonda riorganizzazione interna nel reparto Formula 1 del gruppo Red Bull, si sono fatte delle scelte interne per cercare di dare una continuità al lavoro fatto nell’ultimo ciclo regolamentare, considerando anche che nella prossima stagione debutteranno le nuove direttive tecniche.
«Mi sento molto onorato di assumere il ruolo di team principal. Vorrei ringraziare Oliver e Helmut per la fiducia che hanno riposto in me», ha dichiarato Permane. «Non vedo l’ora di lavorare con Peter per proseguire il buon lavoro che lui e Laurent hanno svolto nel far progredire questa squadra. Questa è una nuova sfida per me, ma so di poter contare sul supporto di tutti all’interno del team».