MotoGp, Bagnaia campione: è il titolo dei record

Francesco Bagnaia entra nell’Olimpo della MotoGp. A Valencia trionfa per la settima volta in stagione e viene incoronato, ancora una volta, re del motomondiale. Il secondo titolo iridato di fila in MotoGp è fatto raro. Da quando esiste, oltre al torinese, ci sono riusciti solo Valentino Rossi e Marc Marquez.

A essere riscritta è anche la storia della Ducati. Bagnaia, al quinto anno nel team di Borgo Panigale, diventa il pilota più titolato. Per la scuderia italiana è festa grande: sul podio dell’ultimo Gp sono saliti anche Fabio Di Giannantonio e Johann Zarco. A infrangere i sogni di Jorge Martin è stata una caduta nel sesto giro dopo un contatto con Marc Marquez.

Il trionfo di Valencia

Pecco Bagnaia parte davanti e lì chiude, tra le lacrime di gioia. La penalizzazione di tre posizioni in griglia di Makerick Viñales gli regala la pole e lo rende il bersaglio numero uno di Martin che fin da subito parte all’inseguimento. Al terzo giro lo spagnolo gli è alle calcagna. Entra in scia della Ducati, la tocca e finisce lungo, mentre Bagnaia prosegue senza problemi.

Da quel momento in poi Martin ha il coltello tra i denti e per rientrare in bagarre inizia a correre rischi. Al sesto giro arriva il contatto con Maquez. Tutti giù per terra, cadono entrambi mentre l’Italia è “in piedi sul divano”, come direbbe il telecronista Guido Meda.

Bagnaia è già campione del mondo, ma lui ancora non lo sa. A fine gara rivela ai microfoni di Sky Sport di non aver visto il cartello che segnalava il ritiro del rivale. Finisce la gara con l’ansia di cadere e regalare il titolo all’avversario, quel titolo per cui ha lottato anche contro la sorte. «Non è mai stato secondo in stagione per più di 24 ore», ha affermato Pietro Bagnaia, padre del pilota della Ducati.

 

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Tra sorrisi e paure Bagnaia fa doppietta

Nel 2022 Bagnaia ha conquistato il suo primo titolo mondiale grazie a una rimonta record. Quest’anno il pilota torinese è sempre stato davanti. Eppure a Valencia niente era già deciso. Il padrone di casa Martin era staccato di soli 14 punti. Un divario risicato, raggiunto grazie ai 62 recuperati nelle gare precedenti. Tra cui il Gp del Giappone, durato appena 13 giri, ma che aveva portato lo spagnolo  a sole 3 lunghezze da Bagnaia.

Una stagione eccezionale per Pecco, vissuta tra sorrisi e paure. La grande gioia per il secondo titolo consecutivo si affianca il timore vissuto nel GP di Catalogna, quando Brad Binder  – pilota KTM – lo ha investito, sfiorandogli la testa e passandogli sopra la gamba destra. Un incidente che fortunatamente non si è trasformato in tragedia, e che Bagnaia stesso ha definito alla stregua di un miracolo: «Ho rischiato di perdere molto di più di un Mondiale».

E se per molti la caduta a Barcellona significava inesorabilmente fermarsi e rallentare, il numero 1 non è stato delle stesse vedute. Dopo appena 7 giorni e indossando lo storico Giallo Ducati, il torinese ha chiuso terzo a Misano, arginando il successo di Martin.

Bagnaia, una stagione da 10

«Poteva anche non accadere, ma la volevo a tutti i costi. Confermarsi così è il massimo», ha detto Bagnaia nella conferenza stampa post vittoria, tra le urla del team Ducati che ha invaso la sala. Felicità, gioia, spensieratezza. Questa l’aria che si respirava nella stanza, la stessa percepita nel paddock, dove tutta la famiglia di Pecco si trovava, conscia del suo possibile successo.

Un pilota a tutto tondo, tenace e consapevole delle proprie capacità e dei propri limiti, come sottolineato anche dal direttore generale della Ducati Luigi Dall’Igna: «Bagnaia è il più forte, anche se Jorge è il più veloce».

Insomma, un 10 pieno alla stagione dell’italiano: con 7 vittorie, 15 podi e 4 sprint race vinte. Bagnaia è ormai il leader della MotoGp.

 

A cura di Rebecca Saibene ed Elena Cecchetto

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